ANCONA, 11 MAR – ”Ti faremo a pezzi e li spediremo in Libano”. Botte, minacce, divieti assurdi, come quello di iscriversi a un corso di italiano. Per anni una libanese 35enne sarebbe stata vittima, insieme ai figli, del marito e del suocero, suoi connazionali, ai quali la procura di Ancona ha appena notificato un avviso di chiusura delle indagini, che prelude al rinvio a giudizio. Maltrattamenti in famiglia e lesioni personali in concorso i reati ipotizzati.
L’inchiesta, affidata alla Squadra mobile, ha preso il via dopo l’ennesimo accesso della donna al pronto soccorso per le percosse subite. La 35enne era di fatto prigioniera del marito, 36 anni, e del suocero, 57 anni, operai. Accusata di non saper accudire i figli, di essere ”sciatta” e di tradimenti inesistenti, veniva picchiata davanti ai figli ”per educarli”. La procura ritiene di aver raccolto sufficienti elementi di prova per andare a un processo. Nel frattempo la donna e i figli sono stati messi in sicurezza in luoghi segreti. (ANSA)
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