Daniele Cavaglià, amministratore delegato della Tms, società di servizi editoriali del gruppo Angelucci che edita i quotidiani Libero e Il Tempo, è stato aggredito domenica a Moncalieri, alle porte di Torino. Si tratterebbe di litigio per una mancata precedenza con l’auto. L’aggressore, un 52enne di Cambiano che lo ha minacciato con una mazza da baseball e gli ha sferrato alcuni pugni in faccia, è stato arrestato dai carabinieri per violenza privata, lesioni personali e porto abusivo di oggetti atti all’offesa. La vittima è stata soccorsa dai sanitari del 118 e trasportata all’ospedale Cto di Torino, dove gli è stata diagnosticata una frattura chiusa della parete inferiore dell’orbita.
I testimoni
Stando ai racconti dei testimoni, l’aggressione è stata di una violenza brutale. Severino Giganti ha colpito Cavaglià ripetutamente con una mazza. Come riporta La Stampa, le due persone presenti al pestaggio hanno firmato un verbale agghiacciante ai carabinieri: «Pensavamo lo stesse ammazzando, aveva la bava alla bocca mentre lo picchiava e lo riempiva di pugni. Sembrava indiavolato. Era impossibile fermarlo».
L’aggressione
Il fatto è accaduto alla rotonda tra corso Savona e via Cavour. Cavaglià stava rientrando a casa nel Chierese dopo lo jogging vicino al parco delle Vallere. Era nella sua auto quando un uomo alla guida di una Fiat «Stilo» lo ha affiancato per chiudergli la strada. «Ho provato a scendere dall’auto perché pensavo fosse un vecchietto che aveva perso il controllo del volante – ha raccontato ai carabinieri di Moncalieri -. Ma quello lì mi è venuto addosso per mettermi sotto». Cavaglià si è rimesso in auto ma Severino Giganti lo ha inseguito, lo ha chiuso in un angolo impendendogli anche di fare retromarcia, poi è sceso dalla sua auto, ha estratto dal baule una mazza e ha incominciato a colpire i lunotti della Musa, poi è riuscito ad aprire la portiera. A quel punto ha trascinato la vittima fuori dall’auto e lo ha colpito al viso.
L’arresto
L’aggressore è poi scappato ma chi ha assistito al pestaggio ha telefonato al 112 descrivendo auto e targa. In sei minuti due carabinieri lo hanno fermato e condotto in carcere. Giganti sarà processato con rito direttissimo perché il suo è un arresto in flagranza di reato. I militari hanno trovato la mazza a bordo della Stilo e l’hanno sequestrata. Cavaglià è stato dimesso dal Cto con una prognosi di 30 giorni.
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