Momenti di tensione nel campo profughi di Moria a Lesbo, dopo che una seconda persona è stata trovata morta nel giro di pochi giorni.
I residenti del campo si sono riuniti per protestare contro le condizioni del centro di detenzione, cantando “libertà” e “Allahu Akbar”. Uno straniero, arrivato di sua volontà e non portato a Lesbo con la forza, ha tenuto un discorso dicendo che i rifugiati non “hanno bisogno di morire uno ad uno” ed ha condannato l’Europa, la Turchia e gli Stati Uniti, mentre la folla applaudiva.
Le autorità erano ancora in attesa del rapporto tossicologico su un clandestino egiziano, morto pochi giorni fa, quando un siriano di 46 anni è stato trovato morto nella sua tenda.