Il 25 settembre del 2004 la comunità italiana e straniera di Grantorto venne scossa dalla brutale uccisione, a bastonate, di una ragazza 19enne, di origini marocchine, operaia, Koutar Lhasni, per mano del padre Mohamed, oggi 64enne e residente a San Pietro in Gu. Una figlia che ambiva a uno stile di vita “troppo occidentale” per il genitore che, al culmine dell’ennesima violenta lite, si trasformò nel suo assassino. Condannato per omicidio a soli 15 anni di carcere con rito abbreviato, uscito dal carcere a seguito di sconti di pena nel 2013 e successivamente in libertà vigilata, ora, a distanza di 12 anni da quell’efferato delitto, è stato espulso dall’Italia.
“PERICOLO PER L’ORDINE PUBBLICO”. Scadutogli il permesso di soggiorno, il questore di Padova, Gianfranco Bernabei, ha firmato il decreto di espulsione il 27 giugno scorso, nel quale si sottolinea il suo “contesto socio-culturale incompatibile con i principi fondanti della Repubblica italiana”. L’uomo ha fatto ricorso, ma gli è stato rigettato in quanto ritenuto un “pericolo per l’ordine pubblico”, pertanto, martedì, i carabinieri della stazione di Carmignano di Brenta hanno eseguito l’espulsione con imbarco immediato dall’aeroporto di Tessera verso la madrepatria.