“Io privilegiato? Non direi proprio. Lavoro part time come direttore di un settimanale e guadagno 1800 euro al mese. Siamo una cooperativa, nel 2015 ci siamo tagliati gli stipendi per non lasciare a casa nessuno”. Lo afferma in una intervista alla Stampa Manuel Poletti, 42 anni, giornalista, figlio del ministro del Lavoro finito nella bufera.
“Il mio settimanale ‘Settesere’ si è fuso con ‘Qui magazine’, che già percepiva fondi pubblici da anni come altre testate – spiega nel merito. E’ successo nel 2013, e mio padre neppure pensava a fare politica. Qualcuno davvero pensa che io debba cambiare lavoro perché mio padre fa il ministro?”. “Faccio il giornalista da vent’anni, per 10 sono stato precario, poi mi sono stabilizzato. Anch’io sono stato all’estero per un periodo, poi sono tornato” continua. Sui giovani che vanno via dall’Italia “mio padre ha usato una frase infelice, ma il concetto ha un fondamento: non si può dire che i migliori vanno all’estero e in Italia restano solo i mediocri”. adnkronos