ROMA – E’ arrivato il no della Vigilanza della Bce alla richiesta da parte del cda di Monte Paschi Siena di prorogare al 20 gennaio i termini per completare l‘aumento di capitale fino a 5 miliardi di euro, rispetto alla scadenza fissata al 31 dicembre. Lo riferiscono fonti finanziarie. Con il no di Francoforte a dare più tempo per una soluzione tutta privata si apre così la strada a una ricapitalizzazione pubblica per il Monte.
CONSEGUENZE – “Non ci sono i tempi nè gli investitori”, spiega una fonte finanziaria. La Bce aveva concordato con Mps di chiudere il piano di rafforzamento entro fine anno. Per mettere in sicurezza il Monte servirà dunque l’intervento dello Stato.
CROLLO A PIAZZA AFFARI – Mps accelera al ribasso a Piazza Affari dopo le indiscrezioni che la Vigilanza della Bce avrebbe respinto la richiesta del cda di Mps di prorogare al 20 gennaio i termini per completare l’aumento di capitale rispetto alla scadenza fissata al 31 dicembre. Le azioni, dopo essere state sospese in asta di volatilità per eccesso di ribasso, lasciano sul terreno il 6% con un minimo toccato a 20,20 euro. Le vendite sul titolo dell’istituto senese sono diventate più consistenti dopo la notizia che la Bce avrebbe respinto la richiesta di concedere più tempo per l’aumento di capitale, aprendo la strada a un intervento dello Stato.
VERTICE “SEGRETO” – Si è tenuto stamattina al ministero dell’Economia una riunione sulla vicenda Mps, secondo quanto riferiscono fonti del Tesoro. Con il ministro Pier Carlo Padoan erano presenti il presidente e l’ad di Mps e rappresentanti degli advisor JP Morgan e Mediobanca. Una riunione di carattere tecnico per un aggioramento della situazione e per fare il punto. Nel corso della riunione non si è parlato di un eventuale decreto per l’intervento dello Stato.