Sono entrate in vigore in Egitto le nuove disposizione di legge che inaspriscono le sanzioni per i responsabili di mutilazioni genitali femminili, reato introdotto nel codice penale egiziano dal 2008. In base agli emendamenti, chi compie questa pratica rischia dai cinque ai sette anni di carcere, in aumento rispetto ai tre mesi o due anni previsti prima. Chi favorisce questa procedura, in base alla nuova legge, può ricevere una pena detentiva che va da uno a tre anni.
Le modifiche impongono anche fino a 15 di carcere se la mutilazione porta alla morte o a “deformazioni permanenti”. Quest’ultimo passaggio è però considerato controverso, in quanto per loro stessa natura le mutilazioni genitali femminili porterebbero a deformazioni permanenti. Il viceministro della Sanità Mayssa Shawkly ha detto ieri all’emittente televisiva statunitense “Cnn” che “la procura generale ha inviato una comunicazione a tutte le procure enfatizzando l’importanza di indagare su tutti i casi di mutilazioni genitali femminili”. Agenzia Nova
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