Lega: interrogazione su ‘mappatura del fenomeno Islam in Emilia-Romagna’

 

“Mi ha sorpreso e non poco la decisione dell’Assemblea legislativa della Regione
Emilia-Romagna di patrocinare una ‘mappatura del fenomeno Islam in
Emilia-Romagna’, a cura dell’’Osservatorio sul pluralismo religioso’. Certo
bisogna capire le motivazioni di questa mappatura, perché se questa indagine
sulle strutture islamiche in Emilia-Romagna fosse stata realizzata nell’ottica
del controllo di eventuali abusi e illegalità, per capire chi le finanzi, per
conoscere chi e cosa rappresentino le associazioni che le gestiscono, per sapere
quale sia il reale numero e la provenienza dei potenziali fruitori e il tenore
dei discorsi dei predicatori che le frequentano, con l’obiettivo di sanare
eventuali illeciti e verificare possibili centri del radicalismo islamico,
allora potrebbe avere una ragione. Ma stento a credere che gli obiettivi siano
questi, anche dalle parole che la stessa presidente dell’Assemblea, Simonetta
Saliera, ha speso per sostenere l’iniziativa”.

A criticare la decisione dell’Assemblea è il consigliere regionale Massimiliano
Pompignoli della Lega Nord, che ha presentato un’articolata interrogazione alla
Giunta per sapere quale sia lo scopo della mappatura in oggetto e se, a fronte
della sua realizzazione, si sia provveduto a sollecitare le varie istituzioni
competenti a verificare eventuali abusi e illeciti edilizi e amministrativi in
modo da provvedere alla chiusura di locali o strutture utilizzate in modo
contrario alle norme vigenti urbanistiche, edilizie, di sicurezza che prevedono
regole severe e precise per i luoghi di culto e per i centri culturali e
sociali”.
Voglio anche sapere – prosegue Pompignoli – se il patrocinio dell’Assemblea sia
oneroso e, in questo caso, a quanto ammonti, e quali siano i motivi per cui si
ospiterà una ‘mostra fotografica sulla comunità islamica di Bologna’, da chi sia
composta questa comunità, chi ne siano i referenti, da quali paesi provengano,
se facciano riferimento all’islam sunnita o sciita e a quale ‘sigla’ dell’islam
in Italia siano rappresentati.

Trovo anche sorprendenti le parole della presidente Saliera, quando afferma che
‘è giusto che ogni religione abbia i propri luoghi di culto’. Penso sia noto a
tutti, infatti, che la moschea non è un luogo di culto, o non solo, non è
assolutamente una “chiesa musulmana”, ma un luogo che nell’islam ha funzioni e
norme precise, e che la stragrande maggioranza dei centri culturali islamici
usati abusivamente come luoghi di culto sono illegali, oltre al fatto che, dalla
ricerca, apprendiamo che sono un numero davvero eccedente, circa 136, ma il
numero è sottostimato, anche rispetto alla loro effettiva frequentazione.
A questo proposito ricordo che varie sentenze, tra cui la 181/2013 del Consiglio
di Stato, hanno ribadito l’illegittimità della diffusa pratica di realizzare
luoghi di culto o adibire immobili altrimenti destinati a questa pratica
approfittando dei mancati controlli delle amministrazioni, dell’elasticità che
caratterizza la normativa sull’associazionismo, ma anche un colpevole
permissivismo delle Istituzioni nei confronti di questi abusi.
Di conseguenza, voglio capire se sia in fase di elaborazione una modifica alla
normativa regionale che abbia come fine o effetto quello di consentire con
maggiore facilità la realizzazione di luoghi di culto o se invece la Giunta
regionale non consideri più prudente e lungimirante, come del resto accaduto in
paesi stranieri in lotta contro la radicalizzazione, controllare e valutare
approfonditamente le reali necessità di culto e effettivi numeri di eventuali
fruitori prima di prevedere l’ipotesi di insediamenti di moschee o di luoghi
adibiti al culto. Un’altra richiesta, assolutamente legittima, è quella di
sollecitare tutte le amministrazioni comunali a verificare eventuali abusi,
illeciti amministrativi e edilizi, violazione delle norme di sicurezza delle
strutture e/o dei locali gestiti da associazioni islamiche dislocati sul
territorio di competenza e assumere le conseguenti disposizioni di legge, e
verificare a chi facciano capo tali associazioni, se ricevano finanziamenti da
paesi esteri, quanti siano i soci e chi rappresentino e quali siano le attività
previste dai loro statuti”.

Ufficio Stampa Lega Nord Romagna