Invito a dedurre. E’ il provvedimento con cui, in questo caso, la Corte dei Conti di Perugia chiede conto la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini e all’attore e regista Roberto Benigni dei 16 mila euro spesi nel 2011 per mettere a disposizione del comico un jet privato Falcon per un viaggio da Roma a Bruxelles. La ministra e l’artista dovranno produrre entro trenta giorni documenti e la propria versione dei fatti, rispetto ai quali i contabili di Perugia ravvisano uno spreco di denaro pubblico. Perché l’aereo per portare Benigni da Ciampino a Bruxelles fu pagato dall’Università di Perugia, di cui all’epoca la Giannini era rettore (infatti il provvedimento della Corte dei Conti si allarga a comprendere Antonella Bianconi, che in quel periodo dirigeva l’Università per stranieri).
“Aveva il gesso”
La ministra ha spiegato che il volo privato per Benigni, esplicitamente chiesto dall’attore, si era reso necessario perché a causa di un incidente era rimasto infortunato ad una gamba, aveva il gesso. E che quanto organizzato in quella occasione (era il 9 novembre 2011) avveniva nell’ambito delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, per cui Benigni avrebbe tenuto un recital a Bruxelles recitando e spiegando un canto della Divina Commedia. Già al ritorno i giudici contabili ravvisarono un eccesso di spesa, su cui adesso avviano accertamenti. Per Benigni è un’altra tegola sulla testa, dopo la vicenda della patente ritirata dopo il sorpasso contromano in auto nel centro di Roma.
redazione tiscali