Mario Monti: “Al referendum voterò No”

 

Renzi Monti

Il Loden, in un’intervista al Corriere della Sera, spiega che con la riforma “ci possono essere risparmi nel costo della politica in senso stretto, ma il vero costo della politica non è quello dei senatori. È nel combinato disposto tra la Costituzione, attuale o futura, e metodo di governo con il quale si è lubrificata da tre anni l’opinione pubblica con bonus fiscali, elargizioni mirate o altra spesa pubblica perché accettasse questo”. Dunque, per Monti, il problema sono le tasse: troppo poche, per l’uomo che ha devastato questo povero Paese riducendo ampie fette della popolazione in miseria.

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berlusconi

Dunque, aggiunge, “ne ho concluso che votare Sì al referendum significherebbe votare Sì al tenere gli italiani dipendenti da questo tipo di provvidenza dello Stato. Sarebbe un Sì a non mantenere con loro un rapporto da cittadini adulti o maturi nei confronti dello Stato. Da trent’anni mi occupo di metodi di governo, in particolare dell’economia. Quando ne ho avuto l’occasione ho cercato di migliorarli, in Europa e in Italia (…). Partendo da queste premesse, molto diverse da tante altre voci che si sono espresse per il No, a me risulta impossibile dare il mio voto a una Costituzione che contiene alcune cose positive e altre negative, ma che, per essere varata, sembra avere richiesto una ripresa in grande stile di quel metodo di governo che a mio giudizio è il vero responsabile dei mali più gravi dell’Italia: evasione fiscale, corruzione, altissimo debito pubblico”.

Sorprende il fatto che l’uomo che ha conquistato e devastato il Belpaese e pensionati a colpi di spread e grazie ad allarmismi di matrice europea, quando gli viene chiesto se la vittoria del “no” rischia di scombussolare gli equilibri economici italiani, risponda: “Questo mi ricorda le apprensioni che tanti capi di governo manifestavano a me sul finire del 2012 di fronte alla grande incertezza delle elezioni. Li ho sempre tranquillizzati, dicendo che l’Italia è un Paese affidabile e che le politiche necessarie per il Paese sarebbero continuate. La stessa cosa penso e dico oggi all’estero”. LIBERO