Il Loden, in un’intervista al Corriere della Sera, spiega che con la riforma “ci possono essere risparmi nel costo della politica in senso stretto, ma il vero costo della politica non è quello dei senatori. È nel combinato disposto tra la Costituzione, attuale o futura, e metodo di governo con il quale si è lubrificata da tre anni l’opinione pubblica con bonus fiscali, elargizioni mirate o altra spesa pubblica perché accettasse questo”. Dunque, per Monti, il problema sono le tasse: troppo poche, per l’uomo che ha devastato questo povero Paese riducendo ampie fette della popolazione in miseria.
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Dunque, aggiunge, “ne ho concluso che votare Sì al referendum significherebbe votare Sì al tenere gli italiani dipendenti da questo tipo di provvidenza dello Stato. Sarebbe un Sì a non mantenere con loro un rapporto da cittadini adulti o maturi nei confronti dello Stato. Da trent’anni mi occupo di metodi di governo, in particolare dell’economia. Quando ne ho avuto l’occasione ho cercato di migliorarli, in Europa e in Italia (…). Partendo da queste premesse, molto diverse da tante altre voci che si sono espresse per il No, a me risulta impossibile dare il mio voto a una Costituzione che contiene alcune cose positive e altre negative, ma che, per essere varata, sembra avere richiesto una ripresa in grande stile di quel metodo di governo che a mio giudizio è il vero responsabile dei mali più gravi dell’Italia: evasione fiscale, corruzione, altissimo debito pubblico”.
Sorprende il fatto che l’uomo che ha conquistato e devastato il Belpaese e pensionati a colpi di spread e grazie ad allarmismi di matrice europea, quando gli viene chiesto se la vittoria del “no” rischia di scombussolare gli equilibri economici italiani, risponda: “Questo mi ricorda le apprensioni che tanti capi di governo manifestavano a me sul finire del 2012 di fronte alla grande incertezza delle elezioni. Li ho sempre tranquillizzati, dicendo che l’Italia è un Paese affidabile e che le politiche necessarie per il Paese sarebbero continuate. La stessa cosa penso e dico oggi all’estero”. LIBERO