“Ci sono almeno tre grandi corporations dei media hanno diramato istruzioni ai propri giornalisti, anche se in modo non ufficiale, di distruggere Donald Trump“: l’accusa, pesantissima, giunge da un autorevole commentatore delle primarie Usa, l’anchorman di Fox News Bill O’Reilly.
Il commento è arrivato all’indomani del secondo dibattito fra i due candidati alle presidenziali, in cui, secondo O’Reilly “Trump ha dominato nella prima mezz’ora, prima che il dibattito diventasse inconcludente”. Secondo la ricostruzione del popolare commentatore, i giornalisti che non avessero attaccato sistematicamente il candidato repubblicano sarebbero andati incontro a pesanti penalizzazioni nella carriera o addirittura al licenziamento immediato.
“È una situazione complicata, ma credo che chiunque possa concordare con la mia teoria – ha spiegato O’Reilly in tv – Non posso dire chi siano esattamente queste persone perché non le ho inchiodate, ma sono convinto al 100%. Hanno avvertito i propri dipendenti, non ufficialmente ma tramite il passaparola: se fate attenzione potete accorgervi anche voi di chi sto parlando”.
Accuse poco circostanziate, è vero, ma comunque molto pesanti. La denuncia di O’Reilly è stata ripresa dal Wall Street Journal con toni sarcastici, come una teoria complottista di cui tenere poco conto. Tuttavia, ricorda The Wrap, nonostante il giornalista di Fox e Trump siano personalmente amici, è anche vero che O’Reilly non abbia mancato di incalzare il candidato repubblicano quando riteneva che avesse torto su determinate questioni. Il panorama dei media americani, dunque, resta in attesa di una conferma. IL GIORNALE