Nella casa “antidiscriminazioni” del Comune di Milano non c’ è spazio per parlare della più radicale delle discriminazioni , quella dell’ aborto (che impedisce ai bambini perfino di nascere).
La denuncia viene dalla associazione “ Ora et Labora in Difesa della Vita”, uno dei gruppi più attivi in Lombardia sui temi pro-life, reduce da raduni con migliaia di persone, come quello organizzato lo scorso giugno al palazzetto dello Sport di Monza.
Il gruppo fondato dall’ infermiere Giorgio Celsi, aveva scritto alla “Casa dei Diritti” di Milano un paio di mesi fa, chiedendo l’ uso della sala-conferenze per realizzare a metà settembre una serata sulle tematiche dell’ aborto.
Ma la risposta, benchè sollecitata varie volte, anche telefonicamente, non è mai arrivata.
“Almeno per educazione ci potevano rispondere”, ci dicono i responsabili del comitato. “Oltretutto si stratta di una struttura comunale, che dovrebbe essere obbligata a fornire i suoi spazi per fini sociali e culturali a chi ne fa richiesta”.
E dire che in questa “Casa dei diritti” di incontri e attività, ne fanno tante, su tutti i temi eticamente sensibili. Peccato che siano tutti a senso unico; sfacciatamente impostati alla sola ideologia arcobaleno e radicale.
Ricordiamo il sostegno alle tesi radicali sul fine vita (con sponsorizzazione di Beppino Emglaro) , lo sportello “tutta la genitorialità possibile” (con inclusa quella “same-sex” , lo “sportello LGBT”, i convegni con Francesca Pardi (nota scrittrice di libretti “gender” per bambini), o la presentazione di libri come “Trans; storie di ragazze XY”.
Per la prossima settimana presso la Casa dei Diritti, è programmato un “congresso europeo” dal titolo “Forze di Polizia contro Omofobia e Transfobia”.
E’ già stato soprannominato “il congresso della GAY-stapo”.
Intanto in pochi giorni ha già raggiunto quasi 2000 firme la petizione online denominata “Sindaco Sala, non si governa con gli ‘istigatori’ al suicidio”, e che mette il dito su una grosso problema di questa amministrazone, E cioè che ha vinto le elezioni e sta governando la città grazie all’ accordo con Marco Cappato che promuove esplicitamente ed attivamente in suicidio assissito, cioè un reato.
“Non è accettabile che un presidente di un partito politico e che il partito stesso costituiscano, promuovano o comunque sostengano (materialmente o no) un’associazione (sos eutanasia) dedita alla deliquenza che si dimostra operativa ed è pubblicamente nota.” Si legge nel testo della petizione.
Che succederebbe se si scoprisse che una città è amministrata grazie alla collusione con una associazione criminale, o mafiosa, che pratica ed esalta dei reati?
Sicuramente verrebbe “dimessa”, commissasriata o sciolta dalla magistratura.
Peccato che se i reati sono “politicamente corretti, tutti questi sacri furori di legalità e onestà sparicono come neve al sole.
Angelo Mandelli