La statunitense Monsanto ha accettato la nuova offerta d’acquisto in contanti da 66 miliardi di dollari, pari a 128 dollari per azione, avanzata dalla tedesca Bayer. Nasce cosi’ un gigante dell’agrochimica che controllera’ il 24% del mercato dei pesticidi e il 29% del mercato dei semi. Monsanto aveva rifiutato le precedenti offerte di Bayer (la prima, a maggio, era pari a 122 dollari per azione) considerandole insufficienti.
“Cio’ rappresenta un enorme passo avanti per le nostre attivita’ nelle scienze agricole”, ha commentato Werner Baumann, ad di Bayer. L’accordo per la fusione, si legge nella nota congiunta, ha carattere “definitivo” e “mette insieme due business differenti ma altamente complementari”. L’integrazione, una volta ottenuta l’approvazione di azionisti e autorita’ antitrust, dovrebbe essere completata entro la fine del 2017.
Bayer prevede di ottenere risparmi dalle sinergie della fusione che faranno crescere i profitti di 1,5 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. Le due aziende nel 2015 avevano registrato un fatturato complessivo di 23 miliardi di euro e hanno insieme un budget totale per la ricerca e lo sviluppo di 2,5 miliardi di euro.
Monsanto è l’azienda che, nei suoi 115 anni di storia, si e’ conquistata la nomea di multinazionale piu’ discussa del mondo, anche in virtu’ di un passato che vede il marchio legato, ad esempio, all’agente orange, il micidiale diserbante che fu utilizzato dall’esercito statunitense contro le aree controllate dai vietcong. Secondo quanto riportato dal ‘Guardian’, durante la guerra le foreste e i terreni agricoli vietnamiti furono bombardati con 12 milioni di galloni della sostanza, ad elevato contenuto di diossina.
Dopo le fusioni tra Syngenta e ChemChina e tra Dow Chemical e DuPont annunciate nei mesi scorsi, l’integrazione tra Monsanto e Bayer vedrebbe tre gruppi controllare il 59% del mercato dei semi (con Bayer/Monsanto al 29%) e il 64% di quello dei pesticidi (con Bayer/Monsanto al 24%). Il rischio di meno prodotti a prezzi piu’ cari ha infatti gia’ messo in allerta le autorita’ antitrust di entrambi i lati dell’Atlantico. Dubbi ci sono poi anche tra gli azionisti di Bayer, i quali temono che l’acquisizione in contanti sia troppo onerosa per una societa’, come quella di Leverkusen, cosi’ indebitata. (AGI)