Numeri di Renzi tutti sbagliati, Padoan ammette: “Pil, conti da rifare”

 

Sbagliate le slide di Renzi, sbagliate le previsioni di crescita del Pil, così come sono sbagliati i conti del Governo: è il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan ad ammettere che le previsioni contenute nel documento di programmazione economica e finanziaria sono da riscrivere, al ribasso.

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L’economia italiana “sta crescendo ma non così velocemente come vorremmo vedere”. Parole chiare nel corso del intervento del titolare del dicastero di via XX Settembre all’Euromoney Conferences e che suonano come una sirena d’allarme per tutto l’esecutivo: Matteo Renzi e i suoi ministri ora dovranno fare quadrare i conti del bilancio dello Stato con una coperta ben più corta di quando pronosticato.

Se nel Def presentato ad aprile era indicata una crescita dell’1,2% per il 2016 e dell’1,4% per il 2017, le slide presentate a fine agosto per i 30 mesi del Governo Renzi correggevano lo stesso dato all’1% per il il 2016, ma le previsioni del Fondo monetario internazionale sono ben peggiori: le stime dopo le analisi che fotografano l’economia italiana a luglio, prevedono una crescita che difficilmente superare lo 0,9%, arrancando fino all’1% il prossimo, in linea con il bollettino economico della Banca d’Italia.

CROLLA L’ECONOMIA REALE. Se i dati Istat certificano una crescita dell’occupazione, per il mese di luglio l’istituto di statistica aveva fornito una stima degli occupati in calo dello 0,3% rispetto al mese di giugno. Indicativo anche il rapporto Consob sugli investimenti finanziari delle famiglie italiane: “negli ultimi anni la ricchezza netta delle famiglie dell’Eurozona è aumentata (+3,2% nel 2015), mentre è rimasta sostanzialmente invariata in Italia (+0,4% circa nel 2015). Preoccupante il divario crescente tra l’economia reale e quella speculativa: l’aumento delle attività finanziarie (+5,2%) è controbilanciato da una drastica riduzione delle attività reali (-3%).

Autunno nero per il Governo e per gli italiani: serve una nuova manovra.

Per la manovra di bilancio 2017 il Governo conta di trovare capitali freschi da una nuova operazione di rientro dei capitali dall’estero, la cosiddetta voluntary disclosure 2, con la speranza di bissare il successo della prima edizione che ha fruttato alle casse dello Stato 4 miliardi di euro.

SALTA IL TAGLIO DI IRES E IRPEF. L’imposta societaria ci sarà, troppo poche le risorse per attuare misure strutturali, così come il taglio dell’Irpef non sarà anticipato all’anno prossimo: il governo punta alla riduzione della tassa sulle persone fisiche nel 2018. Risorse di cassa solo per interventi una tantum con la conferma dei superammortamenti per agevolare gli investimenti produttivi delle imprese.
Fare presto e fare bene: questo l’impengo perchè a preoccupare l’Europa sono le stime del deficit, con un indebitamento che nel 2017 potrebbere raggiungere vette record. Molto dipenderà dai conti che si rifaranno nella Nota di aggiornamento del Def. Una sfida che il Governo di via XX Settembre dovrà affrontare mentre a palazzo Chigi il focus dell’amministrazione Renzi sarà focalizzata sulla battaglia per il Referendum Costituzionale.

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