GENOVA, 5 SET – Si passano guai se in una lite col vicino, esasperati da polvere e rumori per la ristrutturazione, ci si rivolge a lui dicendogli “ti sistemo io!”. La Cassazione ha sottolineato che la frase, pronunciata in un contesto di “crescenti lacerazioni” ha “natura intimidatoria” e non merita di essere considerata un fatto di lieve entità.
La Suprema Corte ha respinto il ricorso di un genovese di 72 anni, contro la condanna per minaccia e ingiuria ai danni del vicino inflittagli il 25 settembre 2015 a conferma del verdetto di primo grado. La Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna per ingiuria che è un reato depenalizzato, mentre ha confermato la parte della condanna per minaccia riferita alla frase “ti sistemo io a te!”. Un nuovo giudizio di appello calcolerà la pena che rimane a carico di Bruno che l’aveva pronunciata perché “era esasperato” dai lavori che faceva il vicino. Per la Cassazione, “non ricorre la causa di non punibilità” prevista per diverbi di scarsa offensività. ansa
Interessante , il contesto verifichiamo e poi si vedrà.