IMOLA 15 Feb – Il Piano neve è stato il grande protagonista di questi giorni, caratterizzati da forti nevicate che si sono succedute nell’arco di una
decina di giorni. Occorre dare atto al Comune di avere inviato ai cittadini un opuscolo informativo molto prima che si verificassero le nevicate.
Per il prossimo anno proponiamo al Comune di presentare pubblicamente il Piano Neve dal punto di vista della strategia organizzativa, degli obiettivi prioritari , della pianificazione delle risorse umane, tecniche e finanziarie e del controllo della qualità degli interventi. Nello stesso tempo va riconosciuto di essersi mosso in anticipo, forse memore dei grandi disagi causati dalla nevicata di due anni fa, nell’approvvigionamento del sale. Insomma tutto era pronto per affrontare eventuali nevicate e gelate.
Eventi che si sono puntualmente avverati con intensità certamente di carattere eccezionale.
Così è scattato anche il Piano neve con tanto di uomini, anche volontari, e mezzi impiegati senza parsimonia e senza risparmio di fatica e ore lavorate. Non si può negare, e chiunque in qualche modo abbia girato la città in questi giorni lo ha visto, che l’impegno dei lavoratori messo in campo è stato totale, in qualsiasi ora del giorno e della notte. Un grande lavoro è stato fatto e la città ha complessivamente funzionato. Ci sono cose che sono andate bene, come per esempio l’intervento sulle arterie urbane principali, il trasporto pubblico e l’uso degli sms per avvisare le famiglie sulle chiusure delle scuole. Ma altre hanno funzionato male creando un notevole disagio ai cittadini.
Si potrebbe dire che è normale che vi siano polemiche; sempre in qualsiasi situazione c’è chi si lamenta. Purtroppo però c’è qualcosa di più. E a dimostrarlo sono le condizioni della città nei due fine settimana
caratterizzati dal maltempo. Nel primo, per giorni e giorni la città è rimasta
con strade impraticabili, interi quartieri come la Pedagna, Zolino e
Campanella sono stati “liberati” solo dopo diversi giorni, nonostante il lavoro instancabile di decine di uomini e mezzi. Da segnalare anche la dichiarazione del sindaco, Daniele Manca, che in attesa del secondo fine settimana ha annunciato che l’organizzazione del piano neve sarebbe cambiata riguardo i quartieri periferici, una presa d’atto che qualcosa non aveva funzionato. In effetti nel secondo fine settimana le cose sono andate meglio e la viabilità nella città è stata migliore.
Cosa sia successo è difficile da spiegare, inefficienza , priorità scelte male, carenza di mezzi, sottovalutazione? Sarebbe necessario una spiegazione ai cittadini. Quello che ATTIVA si augura è che si faccia tesoro di questa esperienza e che possa servire nel futuro.
Dal rendiconto presentato martedì 14 febbraio dall’Amministrazione comunale risulta chiaramente che l’organizzazione del Comune di Imola è, forse, adatta ad affrontare una situazione di maltempo normale (10/20 centimetri di neve) come quella dell’anno scorso, ma assolutamente sottostimata per eventi con caratteristiche maggiori. A cominciare dal parco mezzi, che, rispetto ad altre realtà a noi vicine, è minore.
Abbiamo la netta convinzione che le “lame” e gli spargi sale per tenere pulite le strade, le altre macchine e attrezzature necessarie per pulire i marciapiedi o per intervenire sui cornicioni siano largamente insufficienti.
Proprio parendo da queste considerazioni vogliamo proporre al Comune di programmare ed incentivare un più intenso rapporto pubblico-privato nel piano neve del prossimo anno per mobilitare tutte le risorse umane, tecnologiche e finanziarie disponibili sul territorio. Contemporaneamente di discutere con i cittadini il regolamento delle sanzioni per evitare di chiedere l’impossibile, in modo tale da non dare l’impressione di auto-assolversi per le proprie inadempienze.
Sappiamo che è difficile, in questo contesto organizzativo, pensare che l’investimento aggiuntivo necessario possa essere fatto da imprese private, in quanto l’ammortamento ricadrebbe sul prezzo di gestione per il Comune.
Per cui o si sceglie la strada di cambiare radicalmente l’organizzazione facendo una gara per un Global Service o si deve potenziare e migliorare quella attuale con investimenti pubblici.
Ma c’è un altro aspetto sul quale vorremmo intervenire, quello che riguarda i costi del Piano neve, che secondo il rendiconto ammontano a circa un milione di euro, al quale andranno, purtroppo, aggiunti i danni causati a immobili e strutture pubbliche varie.
Certo in casi eccezionali diventa difficile controllare i costi, occorre agire e subito, occorre mettere in moto interventi straordinari, non programmati, e quindi con un esborso maggiore. Tuttavia qualcosa in più si può fare. L’esempio del sale può aiutare. Il Comune usa il cloruro di calcio
trascinandosi dietro questa scelta basata sulla esperienza tecnica del passato.
Proponiamo al Comune di fare una nuova valutazione costi/benefici anche sul
sale da usare. Molti Comuni , anche al Nord e in zona di montagna usano il meno costoso cloruro di sodio invece che il più costoso cloruro di calcio con ampia soddisfazione per i risultati. Si dice che se si fosse comprato il cloruro di sodio, che costa meno, alla fine si sarebbe speso di più in quanto ne serve di
più. Può darsi. Però può anche darsi che pensare ad un mix dei due sali possa
dare gli stessi risultati con costi minori. E’ solo un esempio per esplicitare
il concetto che sempre e comunque obiettivo di chi amministra è di fare un uso delle risorse in maniera parsimoniosa ed efficiente, a maggior ragione in un periodo di crisi come quello attuale dove si chiedono a tutti i cittadini
sacrifici enormi. E l’ottimizzazione delle spese la si fa anche grazie a
competenza e programmazione. Evitare eventuali sprechi di risorse pubbliche è un imperativo a cui ciascuno non può sottrarsi.
sulla competenza tecnica delle persone coinvolte nel piano neve , sia a livello di dirigente , che di quadri, di tecnici e di operatori , non ci piove!
Il problema caso mai è che queste figure sono drasticamente diminuite e fatalmente sono destinate a diminuire ancora per i noti motivi di scelte politiche sia a livello nazionale che locale , cioè la mancata sostituzione di chi va in pensione , la risistemazione dell’organico e purtroppo per Imola , ci si è messa di mezzo anche la morte di una delle “memorie storiche” , memorie che sono fondamentali in questi casi e che NON si ricostituiscono in breve tempo!
Chiaro che se “distruggi” il patrimonio umano che hai a disposizione per poi dovere o potere appaltare il servizio all’esterno , devi tenere conto dei costi ed è impossibile mantenere contratti in essere per far fronte ad un evento neve come quello di quest’anno , quando questo evento ha una “previsione di verificarsi” di 1 volta ogni 30 anni circa! La dimensione “della normale nevicata” è quella da prendere in considerazione ed è da mettere in preventivo qualche “difficoltà” dovuta all’adattare la “risposta” all’evento straordinario!
Non criticate quindi chi si fa in 4 per fare fronte alla situazione , caso mai riflettete sulle scelte di politica amministrativa che vedono i “lavoratori pubblici” non come un “bene” dell’ente , ma come un peso!