Una riforma, tra l´altro, a costo zero. Quindi, dubito purtroppo che venga
realizzata. E una riforma non basta se il sistema nel suo complesso non cambia.
E´una questione anche di mentalità.
La prima domanda è: chi mi garantisce, nonostante il contratto, se sono proprietario, che il mio appartamento torni libero alla data convenuta? E che io possa sfrattare l´inquilino prima della scadenza, se diventa moroso? Non interverranno, all´italiana, sindaci a sospendere gli sfratti alla vigilia delle elezioni? E ci sarà un magistrato (basterebbe un giudice di pace) che abbia la voglia di mettere alla porta l´inquilino che non rispetta i patti nel giro di qualche mese?
Tutto ciò è normale altrove, compresa la mia Berlino, o gli altri posti dove ho abitato in Germania. Quando, caduto il “M1 1uro” mi sono trasferito da Bonn alla metropoli riunificata, era difficile trovare casa. Visitai un appartamento conveniente offerto per due anni. Se resto, prolungo, dissi all´agenzia. Niente affatto, il proprietario si trova a New York per lavoro, e torna alla data indicata. Non sarei potuto rimanere un giorno in più. Se avessi tentato scherzetti, avrei pagato i danni. E un giudice mi avrebbe sequestrato il conto in banca. Subito, non dopo vent´anni di processi fino in Cassazione.
Il padrone di casa che infine trovai, era una società che amministrava migliaia di appartamenti. E, quindi, di fatto il mio contratto era a tempo indeterminato, purché pagassi. Io, invece, potevo dare la disdetta con tre mesi di preavviso.
Come feci. Dopo tre mesi di morosità, l´inquilino può essere sfrattato. Ma se si mette in regola la procedura è sospesa. Comunque entro qualche mese, se insiste, va fuori. Il proprietario può sfrattare l´inquilino solo in caso di personale necessità, per lui o per un figlio. E deve indicare un possibile altro appartamento (non suo), nella stessa zona, nelle stesse condizioni. E´ quanto mi successe molti anni fa a Amburgo, ma restai ancora un anno perché stava per nascere mio figlio. Il tutto regolato tra noi, rispettando le norme generali, senza andare dagli avvocati.
Gli affitti sono calcolati sulla media di quelli del quartiere, a seconda del tipo di abitazione. A me, la società da cui aveva affittato, fu costretta a abbassarmi
il canone su mia richiesta. C´è un trucco per liberare gli appartamenti: se si
migliorano le strutture della casa, si può aumentare in proporzione gli affitti.
E´quanto avvenne dopo la riunificazione nel quartiere di Kreuzberg: le case
furono rimesse a nuovo, e gli inquilini costretti a pagare quasi il doppio, o
andarsene altrove. Ma trovarono un´altra sistemazione.
Sono dalla parte dei padroni senza cuore? Qui, a chi è non può pagare ci pensa lo Stato. Ieri, costruendo case sociali (non popolari, già il termine è indicativo). Oggi, affittando un appartamento adatto alle sue necessità, monocamera per gli scapoli, e così via. Tanto che gli inquilini preferiti, per un certo tipo di case, sono proprio quelli che godono dell´assistenza sociale. Per loro paga il comune, e si può stare tranquilli. Anche per questo a Berlino gli affitti sono molto più bassi che da noi, e il prezzo delle case è abbordabile. Perché comprare, se non si rischia mai di finire sotto un ponte?
Miei amici tedeschi, quando si stancano di abitare in un quartiere, o devono lavorare in un altro posto, danno la disdetta prima ancora di aver trovato un nuovo appartamento. Sono sicuri di trovarlo dove vogliono, entro un paio di settimane.
Di conseguenza, non è necessario bloccare i risparmi in una casa, né chiedere un muto per vent´anni. Il capitale potrà essere investito in altri modi più utili
all´economia del paese. O anche essere destinato a godersi la vita, comprando
quel che piace, o andando in vacanza. Ancora consumi che serviranno al prodotto nazionale e all´occupazione. Sono sicuro che qualcuno mi accuserà di lodare la “patria nazista” di Frau Merkel, dove famiglie con bambini vengono spedite nei Lager da padroni di casa nostalgici di Hitler. Ma contro i pregiudizi si perde sempre.
di Roberto Giardina (c)Italia Oggi