Il bimbo kamikaze con la maglia di Messi fermato a Kirkuk, nel Kurdistan iracheno, prima che riuscisse a farsi esplodere, e’ solo l’ultimo di una lunga serie di casi di minori utilizzati dalla macchina del terrore dell’Isis e soprattutto di Boko Haram, che per l’Unicef utilizzerebbe bambini in almeno un attentato su cinque. L’anno scorso un rapporto riferiva di oltre 300mila bambini al di sotto dei 14 anni indottrinati e utilizzati dai terroristi. Solo in Siria e in Iraq si contano, dalla seconda metà del 2014, ben 89 attacchi compiuti da baby kamikaze e moltissimi sono i casi di bambini-soldato. Dalle cinque ragazze kamikaze della Nigeria al suicida di venerdì scorso a Gaziantep, ecco i principali casi che hanno sconvolto l’opinione pubblica internazionale:
2015
11 gennaio – Abu al-Hassan al-Shami, 14enne combattente siriano si fa esplodere nella provincia irachena di Salahuddin.
15 marzo – Ryan, francese di 12 anni in tuta mimetica, spara a un ostaggio dell’Isis. La foto che lo immortala fa il giro del mondo e lui viene riconosciuto dai compagni di scuola di Tolosa.
1 ottobre – Cinque bambine kamikaze firmano l’ennesima strage a Maiduguri, in Nigeria. Sedici persone perdono la vita nell’esplosione avvenuta vicino una moschea e altre 39 restano ferite. La piu’ piccola delle attentatrici ha solo 9 anni.
2016
12 gennaio – Un baby kamikaze di Boko Haram si fa esplodere contro una moschea a Nguetchewe, nel nord del Paese, facendo almeno 4 morti e due feriti.
4 febbraio – la testata Site mostra il video di un ragazzino di 12 anni sgozza un prigioniero e urla: “America, questi sono i soldati che pagate”
6 giugno – Isa Dare, 4 anni figlio di un estremista dell’Isis di Londra aziona il detonate che fara’ esplodere un auto con tre prigionieri
20 agosto – Un baby-kamikaze si fa esplodere in un salone durante un ricevimento di matrimonio a Gaziantep, in Turchia, non lontano dal confine con la Siria. Il bilancio e’ di almeno 54 morti e 66 feriti. (AGI)