IL “BURKINI” . Ci riguarda? A proposito del burkini c’è chi sostiene che è un problema delle donne islamiche il fatto di indossarlo e che a noi, non musulmani, non ci deve riguardare. Invece sotto vari profili ci riguarda.
Tutto ciò che è manifestazione esibita in ambito sociale di un’ideologia di qualsiasi genere ha, si voglia o no, un effetto. o una intenzionale volontà di comunicazione. Nell’islam il velo , come del resto tutto l’abbigliamento femminile ( in varie occasioni anche maschile: in più nell’uomo la barba incolta con il labbro superiore rasato, la “zebiba” sulla fronte,ecc . ) assumono, se esibiti in terra di infedeli, il simbolo di una testimonianza, un modo di “segnare il territorio”, l’esibizione orgogliosa di una presenza e di una presunta superiorità morale e religiosa, che giustifica la volontà di esercitare una supremazia, quella dell’islam su tutto il mondo e sui non-islamici in particolare. Il tutto è nella dottrina islamica e chi la conosce lo sa.
Ecco perché il “burkini” ci riguarda tutti : è il segno visibile di una discriminazione ed oppressione della donna, la quale può anche convintamente indossarlo con orgoglio, ma è pur sempre il segno esteriore esibito “erga omnes” di una discriminazione contraria ai canoni della nostra civiltà , della nostra culturale e e delle nostre leggi.
Accade in Italia: lei si toglie il velo, il marito islamico la massacra a calci e pugni
E’ il simbolo di una integrazione sdegnosamente respinta in nome di una presunta superiorità religiosa e politica. Contiene un messaggio coranico che non può esserci imposto, quello che prescrive che la donna sia chiusa e coperta da capo a piedi in una “gabbia” di tessuto. Tollerarlo significa subire un’imposizione culturale, e piegarci di fronte ad un reato contro la persona Mentre l’islam non tollera nulla : impone ! Non si adegua : impone agli altri di adeguarsi o di subire.
Vittorio Zedda