Torna a galla la tematica delle retribuzioni d’oro dei manager pubblici. Stavolta la polemica investe Luca Pani, Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Come riportato dai media e in particolare dall’agenzia Adn Kronos, nel 2012 il professore ha svolto attività di consulenza presso l’EMA (l’Agenzia europea del Farmaco). Il suo sarebbe stato alla fine un super stipendio su cui i Revisori dei Conti dell’AIFA hanno puntato gli occhi. Pani avrebbe infatti guadagnato complessivamente la bellezza di 767mila euro, superando di ben 550mila euro il tetto di 240mila euro fissato per i manager pubblici.
Questi compensi – stando a quanto riporta la Ragioneria dello Stato – “sono da considerarsi a carico della finanza pubblica e concorrono a formare il trattamento economico annuo”. Secondo quanto si legge sulla stampa, a distanza di tempo non è stata ancora avviata però la procedura di restituzione di quella somma.
Già nel dicembre 2015 Adn Kronos Salute (ripresa da Repubblica) riportava che “su input del Collegio dei revisori dei conti, sarebbe stata avanzata al direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco Luca Pani, la richiesta” di restituzione delle somme relative ad emolumenti “che negli ultimi 3 anni eccedevano il tetto di retribuzione per i manager pubblici, fissato in 240 mila euro”. Un tetto stabilito per legge – ricordava l’agenzia di stampa – equivalente all’assegno del presidente della Repubblica, che sarebbe stato superato da Pani negli ultimi 3 anni. TISCALI