Danielle-Casanova Street, nel quartiere di Saint-Denis di Parigi – Una banda di ragazzini ha attaccato un autobus, ha fracassato finestrini e lo ha incendiato con una molotov gridando: “Allahu Akhbar”.
I teppisti, si presume musulmani, hanno bloccato il veicolo di trasporto pubblico mettendo dei bidoni della spazzatura sulla strada. Secondo la polizia, è stata una trappola per costringere il bus di fermarsi.
Hanno fracassato i finestrini inneggiando ad Allah, ed infine infine hanno lanciato lanciato una molotov nell’autobus che quindi ha preso fuoco. La banda ha anche minacciato di uccidere il conducente e altri cinque passeggeri.
I vigili del fuoco hanno dovuto schierare tre cannoni ad acqua per sedare le fiamme. Lo scafo metallico del bus – diviso in due – è stato rimosso alle 4 del mattino.
Il sindaco di zona, Didier Paillard, ha chiesto una vigilanza specializzata per pattugliare la zona nelle vicinanze e proteggere i cittadini da attacchi pericolosi. “Questo è un atto di vandalismo premeditato, le cui conseguenze avrebbero potuto essere tragiche.”
Secondo la polizia, l’attacco potrebbe essere stato legato al caso Adama Traoré, un giovane musulmano che è morto mentre era in custodia della polizia. La sua morte ha scatenato diverse proteste a Parigi e in tutto il paese contro la presunti brutalità della polizia.
Un autista, parlando in forma anonima, ha detto a Le Parisien: “Queste azioni di pochi individui penalizzano la vita quotidiana dei residenti i cui autobus sono ora deviati e la pace è minacciata.”
“Succede soprattutto di notte. Il più delle volte, si tratta di lancio di pietre. Ma pochi mesi fa, un autista anche dovuto affrontare proiettili.
L’attacco avviene in mezzo a una ondata di attacchi terroristici in Francia e in varie città tedesche.
Di questi attacchi non si parla nei media “ufficiali”. Non si vuole ammettere il fallimento di una certa politica.
E di una certa pastorale. Se non ci scappa almeno un morto, che, nel caso, non c’è stato per puro caso, la censura è immediata. E se morti ci scappano, la seconda linea difensiva è lo “squilibrio psichico”.