Kiev – Il giornalista russo Pavel Sheremet è morto nell’esplosione dell’auto in cui era appena entrato, nel centro di Kiev. L’esplosione è avvenuta in movimento alle 7.45 locali all’incrocio tra le vie Bogdan Jmelnitski e Ivan Franko. Poco prima il giornalista, 44 anni, era uscito da casa ed era entrato in auto.
“Secondo le informazioni preliminari c’era dell’esplosivo sotto il sedile”, ha scritto sul suo profilo Facebook Oleksiy Honcharenko, un deputato del Blocco Poroshenko, l’alleanza politca del presidente ucraino. L’auto esplosa era di proprietà della direttrice del quotidiano Ukrainska Pravda, che per primo ha dato la notizia, Yelena Pritule. La donna non era a bordo. Nato a Minsk, Sheremet era un giornalista conosciuto con una brillante carriera sia in Bielorussia che in Russia e da 5 anni si era stabilito nella capitale ucraina. Il giornalista, molto critico nei confronti del presidente bielorusso Alexandr Lukashenko, fu arrestato nel 1997 mentre preparava un reportage sulla situazione al confine tra Bielorussia e Lituania, con l’accusa di ricevere denaro dai servizi segreti stranieri. Condannato a 2 anni di carcere, fu rimesso poco dopo in libertà a seguito delle pressioni russe.
E’ stato un ordigno artigianale “da 400-600 grammi di tritolo probabilmente controllato a distanza o ad esplosione ritardata” a uccidere a Kiev il giornalista Pavel Sheremet nella deflagrazione dell’auto su cui viaggiava, sostiene Zorian Shkiriak, consigliere del ministro dell’Interno ucraino, come riporta la Tass. A detta del portavoce dello stesso dicastero, la bomba si trovava “molto vicina” alla vittima.
Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha parlato di “shock”, commentando la notizia dell’uccisione del noto giornalista. “Una terribile tragedia a Kiev. Uno shock, non vi sono altre parole. Conoscevo Pavel personalmente. Le mie condoglianze a tutti i suoi cari e ai parenti”, ha scritto il capo di Stato sul suo profilo Facebook. Poroshenko ha poi sottolineato di avere ordinato alle autorità competenti di “indagare immediatamente su questo crimine”. “I colpevoli devono essere puniti”, ha aggiunto. Il procuratore generale dell’Ucraina, Yuri Lutsenko, ha classificato il caso come “omicidio” e ha spiegato che la deflagrazione è stata causata da un dispositivo esplosivo. Quello di Sheremet non è il primo caso di omicidio di un giornalista negli ultimi anni in Ucraina. Ad aprile dell’anno scorso, due uomini armati e con il volto coperto hanno ucciso davanti alla sua abitazione a Kiev il reporter ucraino Oles Buzina. Buzina era noto per le sue posizioni filorusse.
L’Ucraina “sta diventando una fossa comune per i giornalisti e il giornalismo”, denuncia la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che su Facebook ha commentato l’omicidio. Sheremet “Era un professionista che non aveva paura di dire a diverse autorità e in diversi momenti tutto quello che pensava di loro – ha scritto Zakharova, rilanciata dalle agenzie russe – Per questo godeva di rispetto”. “L’Ucraina (non il paese ma il sistema) sta diventando una fosse comune di giornalisti e del giornalismo”, ha aggiunto. (AGI)