Libertà di stampa e diritto d’informazione: no al carcere per i giornalisti. Codici: i pilastri della democrazia vanno tutelati! Il Governo vuole mettere il bavaglio alla stampa libera e tutela quella allineata??
(Codici) – L’Associazione Codici “centro per i diritti del cittadino” scende in campo per partecipare alla “manifestazione per dire no al carcere per i giornalisti” che si terrà il 15 giugno c.m. dalle ore 16 alle 19 sotto l’obelisco di Montecitorio. In una società che si possa definire veramente democratica, la libertà di stampa e il diritto d’informazione non possono essere condizionati dalla minaccia pendente sulla testa dei giornalisti di querele per diffamazione mezzo stampa, reato che prevede non solo la sanzione pecuniaria e la possibile richiesta risarcitoria, ma anche il carcere fino a 6 mesi.
Così per sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare il Parlamento all’approvazione di una legge (ferma ormai da 3 anni) per la depenalizzazione dello stesso reato, alcuni giornalisti sono scesi in campo costituendo un comitato organizzativo che ha deciso di agire dopo un evento, a dir poco increscioso, che è stato definito come “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. La Commissione di Giustizia del Senato, in opposizione con la norma precedentemente menzionata, ha tentato di inserire nel Disegno di Legge per “il contrasto alle intimidazioni ai danni degli amministratori locali” una legge che prevedeva l’incremento dal 30 al 50% per la pena detentiva per il reato di diffamazione a mezzo stampa! La norma è stata stralciata dopo aver sollevato il problema, nonostante resti in vigore tutto l’apparato di regole che effettivamente soffoca la libertà di stampa!
“Delinquenti bugiardi al soldo delle élite per manipolare l’opinione pubblica”
“Il problema è quello di un’informazione che per sostenere un vero Paese democratico deve essere imparziale e libera da lacci e laccioli, ma come potrebbe esserlo se le minacce di reclusione e le querele inficiano inesorabilmente il lavoro dei giornalisti? In queste condizioni non è possibile assicurare ai cittadini un’informazione corretta e imparziale che possa essere un effettivo servizio di utilità pubblica. Noi come associazione di consumatori facendo spesso denuncia a tutela degli stessi, non possiamo che essere solidali con i giornalisti e per questo scenderemo in campo al loro fianco.” Dichiara Ivano Giacomelli del Codici. AGI
Con le leggi contro i reati d’opinione il bavaglio è stato messo a tutti i cittadini.
Robespierre:”La libertà di stampa dev’essere intera e senza limiti altrimenti non esiste” infatti “reati” come diffamazione, o calunnia, permettono alla magistratura di censurare chi gli sta sgradito, addirittura di rovinarlo economicamente o, addirittura di incarcerarlo.
Detto ciò, in Italia la stampa è uno schifo immondo: innanzi tutto c’è l’abominio dell’ordine dei giornalisti, ovvero una casta che prende ordini, dove si è ammessi solo se si è dei leccacu## certificati e poi gli editori, che sono gl’industriali, ovvero il potere, lo stesso che corrompe i politici ed i magistrati, così si torna all’unificazione assoluta dei poteri dello stato, tutti nelle stesse mani, quarto potere compreso.