Oggi il popolo delle partite Iva, gli imprenditori e i dipendenti finiscono di lavorare per lo Stato e da domani, dopo 5 mesi dall’inizio dell’anno, cominceranno FINALMENTE a guadagnare per sé e per le proprie famiglie. In riferimento al giorno di liberazione fiscale, un confronto altrettanto interessante è quello con i principali paesi europei. Secondo i calcoli della Cgia riferiti al 2015 (ultimo anno per cui è possibile eseguire la comparazione), i contribuenti italiani hanno lavorato per il fisco fino al 7 giugno, vale a dire 11 giorni in più rispetto alla media registrata nei Paesi dell’Ue.
Fino ad oggi 2 giugno, gli imprenditori, hanno lavorato per pagare tutte le imposte, imposizioni e vessazioni che si nascondono dietro alle Tasse. Tasse, che stanno a significare: incapacità, ruberie, corruzione, privilegi, sprechi, nepotismo, baronismo, cooperativismo, immigrazionismo, di una classe politica di indagati, imputati, condannati, ladri e corrotti che nessuno ha eletto.
Finalmente liberi. Dal fisco, si intende.. Da domani, 3 giugno si volta pagina, cominceremo a lavorare per noi, per l’azienda, per l’Italia.
Grazie a un esercizio puramente teorico è stato misurato, sulla base della ricchezza prodotta e del carico fiscale presente nel nostro paese, quanti giorni sono necessari ai contribuenti italiani per onorare tutte le scadenze fiscali presenti durante l’anno”. Questa elaborazione, condotta dall’Ufficio studi della Cgia, indica che per l’anno in corso sono stati necessari ben 154 giorni di lavoro; 3 in meno rispetto l’anno scorso, ma 5 in più rispetto a 20 anni fa e addirittura 7 in più rispetto al 2006.