Dopo l’indipendenza del Kosovo, il finanziamento saudita ha contribuito a stabilire il wahhabismo nel paese.
Dice un articolo del New York Times che, negli ultimi due anni, 314 kosovari sono partiti per unirsi allo Stato islamico, rendendo il Kosovo il paese europeo con il maggior numero di reclute Daech in proporzione alla sua popolazione. Queste cifre si spiegano con l’influenza del denaro saudita, che “ha trasformato questa società musulmana una volta tollerante … in vivaio jihadista“.
Tutto è iniziato nel 1999, quando il paese è diventato indipendente dopo la guerra contro la Serbia. A quel tempo, quando le truppe USA e i rappresentanti delle Nazioni Unite amministravano il territorio e si occupavano della sicurezza, arrivavano fondi provenienti da Arabia Saudita, da enti di beneficenza, o da privati che hanno finanziato la promozione wahhabismo, un’interpretazione radicale dell’Islam.
In quindici anni, questo denaro è stato utilizzato per la costruzione di 240 moschee in cui si fanno discorsi pro-jihad. Inoltre sono state instituite centinaia di borse di studio che hanno aiutato i kosovari a studiare in Arabia Saudita. Gli imam che sono stati indottrinati sono tornati in patria con una visione molto rigorosa dell’islam. Nei villaggi dove insegnano, le giovani donne hanno cominciato a rifiutare di parlare con i membri maschi della famiglia e i giovani uomini sono partiti per fare il jihad in Siria.
Intervistato dal New York Times, un imam che critica influenza saudita spiega:
“La prima cosa che fanno i wahabiti è quella di arruolare i membri della nostra comunità che interpretano l’Islam tradizionalmente praticato in Kosovo per generazioni, e cercare di tenerli lontani da questa interpretazione. Una volta che hanno tolto la congregazione tradizionale, cominciano a bombardarli con idee estremiste”
In alcuni casi, le vecchie moschee storiche, cme alcune risalenti al XVII secolo, sono state distrutte perché ritenute in contrasto con gli insegnamenti wahhabiti. Gli imam che hanno cercato di opporsi agli islamisti radicali sono stati aggrediti e minacciati di morte.
Negli ultimi due anni, la polizia del Kosovo ha condotto una grande operazione contro i religiosi che promuovono il terrorismo e aiutano i jihadisti a reclutare. Quattordici imam sono stati arrestati e 19 associazioni musulmane sono state chiuse.
Anche se il finanziamento saudita è diminuito negli ultimi anni, è stato sostituito dal denaro del Qatar, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti. E sebbene nei primi anni del 2000 l’influenza saudita pro-islamista era visibile, né il governo del Kosovo, né i rappresentanti degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite, presenti nel paese, hanno fatto nulla per limitarlo.
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