Tagli alla sanità: addio alla guardia medica di notte, ospedali a rischio caos

 

Non spegnere le luci all’assemblea medica notturna”. E’ l’appello rivolto al premier Matteo Renzi dal sindacato dei medici italiani che l’11 maggio sarà in sit-in davanti a Montecitorio per protestare contro lo “smantellamento della guardia medica notturna” e più in generale contro il nuovo atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione di medicina generale.

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La “riforma” prevede, tra le altre cose, che gli studi medici restino aperti 16 ore al giorno, dalle 8 alle 24, sette giorni su sette, mentre nelle ore notturne subentrerà il 118 con il servizio Emergenza Urgenza.

In sostanza dalla mezzanotte alle 8, per qualsiasi urgenza, dovremo chiamare il 118 o andare al pronto soccorso e la guardia medica diventerà una specie in via d’estinzione.

LE CRITICHE DEL SINDACATO – Una rivoluzione che ha trovato da subito la contrarietà del Sindacato dei medici italiani, Cgil-Cisl-Uil e Simet. “Senza il filtro della guardia medica tutto verrà scaricato su un 118 che, a sua volta, sarà costretto a intasare i Pronto Soccorso, già al collasso”, denuncia la segretaria Generale Smi, Pina Onotri. Si tratta di un provvedimento “inadeguato è sbagliato”, continua il sindacato, “che nei piccoli comuni, porterà alla eliminazione della stessa presenza del SSN, e che in generale cancellerà 3 oltre milioni di interventi l’anno”.

A fare le spese della riforma, secondo il sindacato, saranno soprattutto i piccoli comuni, dove le guardie mediche sono essenziali per evitare ai pazienti di spostarsi fino al pronto soccorso.

“AL PRONTO SOCCORSO ANCHE PER UNA FEBBRE” – Secondo la Cgil così “si elimina chi è incaricato di visite domiciliari e consulenze telefoniche che possono risolvere il problema, evitando di andare in ospedale” e “si prevede di utilizzare il 118 per andare a vedere una febbre, un mal di pancia, un mal di schiena, con il rischio di lasciare scoperto quel paziente a cui il 118 può salvare la vita. Inoltre, per qualunque malore notturno si dovrebbe andare al pronto soccorso. Insomma, la notte tutti al pronto soccorso da soli o con il 118. Ciò evidentemente aumenterebbe le attese e anche le barelle perché si dovrebbero ospedalizzare di fatto più persone”.

Ma c’è anche chi è favorevole alla riforma, come la Federazione dei medici di medicina generale Fimmg, secondo cui “l’assistenza sarà garantita nelle sedici ore quando c’è una maggiore richiesta”. Il provvedimento, inoltre, dovrebbe unificare la guardia medica con i camici bianchi di base creando delle “aggregazioni territoriali funzionali” in grado di garantire assistenza per 16 ore su 24.

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