Come affrontare dal punto di vista finanziario l’emergenza dei flussi migratori? Chi entrerà in Europa per turismo o lavoro presto potrebbe essere costretto a sborsare 50 euro per finanziare il cosiddetto “Migration compact”, il piano proposto dal governo italiano alla Ue per finanziare i flussi migratori. I costi del progetto si aggirano intorno ai quindici miliardi di euro e, dopo il no della Germania all’emissione di Eurobond, Bruxelles sta seriamente pensando all’introduzione del balzello, sotto forma di “visto”.
(Finti) profughi: dati e numeri
Sono tre le decisioni cruciali sul tavolo della Commissione Ue: le modifiche per determinare quale Stato membro sia responsabile per l’accoglienza dei rifugiati; la proroga dei controlli ripristinati ad alcune frontiere interne di Schengen; la raccomandazione all’Europarlamento e al Consiglio Ue per abolire l’obbligo dei visti per i cittadini turchi che viaggiano nell’Unione.
COS’E’ IL MIGRATION COMPACT – L’Italia ha inviato una proposta molto articolata, un “Migration compact”, ai presidenti della Commissione e del Consiglio Ue, Jean Claude Juncker e Donald Tusk, per limitare i flussi. Il documento prevede uno schema di accordo con i Paesi di origine e di transito che richiede un forte impegno finanziario da parte dell’Ue. L’impegno potrebbe essere assolto con una redistribuzione delle risorse già allocate dal budget europeo ma anche con Eurobond. O, appunto, con la tassa da 50 euro a testa.
L’Europa, secondo quanto riporta Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, potrebbe anche introdurre una tassa da dieci euro su ogni biglietto aereo con destinazione Vecchio Continente. Le due novità porterebbero nelle casse comunitarie circa quattro miliardi di euro che, sommati ai sette miliardi già presenti nei due fondi dell’Europa, avvicinerebbe all’obiettivo consentendo quantomeno il lancio del piano italiano, che ha raccolto l’adesione di gran parte dei Paesi membri.“
I SOLDI PER I PROFUGHI “RIFIUTATI” – C’è un’altra proposta allo studio della Commissione Ue che toccherebbe invece le casse dei singoli Stati: costringere le singoli nazioni a sborsare ben 250mila euro per ogni profugo “rifiutato”. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa, il piano sarebbe questo: in base a Pil, numero di abitanti e altri fattori, l’Ue stabilirà delle quote di migrazione “sopportabili” per ogni Paese. Superato il 150% di questa quota, scatterà la redistribuzione dei profughi seguendo quote prefissate. E se uno Stato membro si rifiuterà di accogliere, dovrà sborsare 250mila euro per ogni migrante a cui viene chiusa la porta. “