Mutui, Ok del governo: casa alla banca dopo 18 rate non pagate

 

casa-PIGNORAMENTOLa banca potrà acquisire e vendere la casa data a garanzia del mutuo dopo almeno 18 rate non pagate e senza passare per le aste giudiziarie. Lo prevede il decreto legislativo sui contratti di credito ai consumatori approvato oggi in via definitiva dal consiglio dei ministri. La nuova disciplina si applica ai “futuri contratti” e non è pertanto retroattiva, ricorda Palazzo Chigi.

Perché vi possa essere l’esproprio le parti devono firmare una specifica clausola da inserire nel contratto di mutuo.

Palazzo Chigi spiega che l’ambito di applicazione del decreto è limitato ai mutui garantiti da ipoteca su un immobile residenziale e quelli per l’acquisto o la conservazione del diritto di proprietà su un terreno o su un immobile.

Depositato dal governo in Parlamento a fine gennaio, il decreto recepisce in Italia la direttiva europea 17 del 2014 e, nella sua versione iniziale, sanciva la possibilità di esproprio dopo 7 rate inevase.

Dopo le proteste dell’opposizione governo e maggioranza hanno introdotto maggiori garanzie per il consumatore.

Innanzitutto viene sancito che il trasferimento della casa alla banca comporta l’estinzione totale del debito, anche nel caso in cui il valore dell’immobile sia inferiore al debito residuo. Viceversa, la banca è obbligata a restituire al consumatore l’eventuale eccedenza rispetto al debito.

Inoltre, il contraente dovrà essere assistito da un consulente per poter valutare la convenienza o meno a sottoscrivere la clausola.

Il provvedimento approvato oggi sarà seguito la prossima settimana da un decreto legge che mira a velocizzare i tempi di escussione delle garanzie sulle sofferenze, oggi pari a 7-8 anni rispetto ai 15 mesi di Germania e Austria.

Le banche italiane sono oberate da circa 200 miliardi di sofferenze, 83 miliardi al netto degli accantonamenti. Procedure esecutive più celeri aiuteranno gli istituti di credito a cedere sul mercato le sofferenze. L’associazione bancaria italiana (Abi) calcola infatti che, “nel complesso, per ogni anno di riduzione dei tempi di recupero delle garanzie lo scarto tra prezzo di offerta e prezzo di domanda si ridurrebbe di circa il 10%”.

www.reuters.com