La “spreadanza”…di non finire alla neuro con le pezze al culo?

ROMA 6 FEB – Massimo Nava, dalle pagine del Corriere (6 febbraio 2012), invita i lettori alla speranza, chiudendo così il suo articolo:”È importante tenere d’occhio lo spread. Ma dovrebbe esistere anche uno spread della felicità. O almeno della
speranza”. Il neologismo conseguente potrebbe essere la “spreadanza”.
Magari qualcuno lo confonderebbe con la danza dello spread. È non andrebbe
poi così lontano.
Nel 1949, Nilla Pizzi (Regina della canzone) invitava tutti  alla danza – e non solo… – proprio così :”Cin, cin, che bel, / ueh, ueh, ueh,/ avanti e indrè, / avanti e indrè, / che bel divertimento,/ avanti e indrè,/ avanti e indrè,/ la vita è tutta qua”.
Dobbiamo fare tanti sacrifici. Mai saremo disposti a farli, se venisse meno la speranza di un risultato concreto.
Uno studente di violino abbandona lo strumento soprattutto nel corso del primo anno.
Quando si trova da solo, ad affrontare gli esercizi, perde la speranza a causa della complessità dello strumento. Soltanto una grande speranza nel futuro – insieme a un bravo insegnante – potrebbero indurlo a
continuare.
La Grecia sta già facendo enormi sacrifici, ma potrebbe fallire lo stesso. Forse è meglio che abbandoni il “violino” dell’euro, e lo spread “Avanti e indrè”, per tornare alla dracma e al sirtaki.
Tra qualche anno, potremmo trovarci a commentare la buona scelta della Grecia per aver mandato a quel paese il trio Merkel-Monti-Sarkozy.

Una tarantalirella, nel nostro futuro, o un euro di serie B, per non finire alla neuro con le pezze al culo?

guglielmo donnini