STRASBURGO – Gli organismi di monitoraggio del Consiglio d’Europa devono poter andare regolarmente in Crimea per garantire il rispetto dei diritti umani dei 2 milioni e mezzo di abitanti della Penisola. A domandarlo è la stessa organizzazione paneuropea, di cui sono membri Russia e Ucraina, sulla base del rapporto redatto dalla delegazione che il segretario generale ha inviato in Crimea, la prima a potersi recare su questo territorio che per 18 mesi è stato inaccessibile a tutte le organizzazioni internazionali.
Presentando i risultati della visita al comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, il capo della delegazione, l’ambasciatore svizzero Gerard Stoudmann ha affermato che “non è normale e accettabile che 2 milioni e mezzo di persone non possano beneficiare dei meccanismi creati per proteggere tutti i cittadini europei”. “Il compito del Consiglio d’Europa è di proteggere ogni individuo ovunque sia sul continente e in qualunque circostanza” ha dichiarato il segretario generale Thorbjorn Jagland, che spera che il rapporto di Stoudmann “possa costituire la base per fruttuose discussioni su quello che l’organizzazione può fare per chi vive in Crimea”. ansa europa
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