A seguito delle recenti stragi in Francia e Belgio, nonché dell’espansione dell’Isis in Medio Oriente e in vari paesi africani, compresa la Libia, anche il mainstream politically correct ha riconosciuto che non siamo alle prese con gesta di fanatici isolati ma con una strategia di espansione islamica diretta anche verso l’Europa. Tematizzare questa realtà, quindi, non è più islamofobia.
La geostrategia islamica agisce con tre strumenti principali:
–penetrazione finanziaria mediante l’acquisto di sostegni politici, di banche, di industrie strategiche, di mass media, pagati coi petrodollari soprattutto dai saudi-salafiti finanziatori del jihad e alleati di Washington; business dell’immigrazione per onlus etc.;
–espansione demografica mediante immigrazione incontrollata e graduale occupazione di spazi territoriali, assistenziali, sanitari, scolastici, con l’appoggio di politici e mass media lautamente sensibilizzati; acquisizione di cittadinanza;
–intimidazione terroristica, con i jihadisti che entrano, si muovono, si appoggiano e reclutano martiri, mescolandosi tra gli immigrati.
Il primo strumento poteva essere fermato mediante la sovranità monetaria (cioè investendo per l’economia reale produttiva il denaro che ora la BCE sta creando e donando all’economia virtuale improduttiva);
il secondo, mediante respingimento tecnologico (controllo satellitare, respingimenti in mare e ai confini esterni dell’UE) e rifiutando o revocando la cittadinanza (avrete notato che, dopo gli ultimi attentati, non si insiste più per lo jus soli);
il terzo, sventando il secondo, e inoltre stabilendo che i cadaveri dei terroristi vengano mutilati e dati in pasto ai maiali – così non potranno andare nel loro paradiso.
I nostri politici complici e colpevoli non hanno fatto alcuna di queste cose pratiche e possibili, anzi hanno creato norme per impedirle e legarci le mani, mentre insistono sulle menzogne della necessità di investimenti stranieri e dell’inarrestabilità dell’immigrazione di massa.
Sua Santità si fa bello nelle periferie del mondo, dove la Sua chiesa può ancora espandersi, esibendo le porte aperte all’accoglienza in Italia che Egli contribuisce a mantenere. Sacrifica l’Italia per espandersi nel Terzo Mondo.
Entro 20 anni, continuando così, avremo nell’UE il 30% di islamici, quasi tutti giovani e combattivi, mentre noi siamo… La forza numerica moltiplicherà la loro potenza e le loro pretese politiche. L’alternativa allora sarà tra il sottomettersi e morire musulmani (ma sottomettersi al Corano non sarà peggio che sottomettersi alla Borsa) lasciandoli distruggere quanto rimane della civiltà europea, e il combattere una guerra interna all’Europa per liberarsi da loro – una guerra dalla quale, se la vinceremo, nascerà forse davvero l’unità-identità nazionale europea.
L’Italia è stata sinora risparmiata perché i suoi governanti hanno fatto gioco alla strategia islamica offrendola quale terra di sbarco e transito verso il resto d’Europa (come negli anni ’70-’80 era complice dei transiti terroristici palestinesi); se ora Austria e Francia ripristinano i controlli alle sua frontiere, gli immigrati non potranno più proseguire per l’Europa centrale e settentrionale, sicché diviene probabile che venga attaccata.
I fatti dimostrano che la strategia anti-jihadista, soprattutto francese, degli attacchi militari mirati ai centri di comando islamici in Siria, Libia, Mali etc. è inidonea a fermare l’espansionismo islamico. Gli attacchi massicci condotti dalla Russia in Siria sono invece risultati piuttosto efficaci.
La rinuncia agli attacchi mirati però è improponibile perché permetterebbe il dilagare dell’Isis e la sua estensione a buona parte del Medio Oriente e dell’Africa: nascerebbe un impero espansionista dell’Islam guerriero, che prima o poi si doterebbe di armi nucleari.
Una soluzione effettiva si avrebbe soltanto in due modi: o ripristinando in tutta l’area regimi forti, laici e repressivi come quelli che abbiamo da poco abbattuto in Iraq e in Libia; oppure mediante una campagna interna ed esterna di eliminazione materiale dell’Islam come tale, whatever it takes, con molti milioni di morti.
Una tale campagna diverrebbe politicamente proponibile solo in caso di stragi molto, ma molto più gravi delle ultime, magari nucleari, con bombe sporche o col gas Sarin che recentemente i nostri amici guerrieri hanno rubato in buona quantità. Oppure se fanno saltare una diga o avvelenano un acquedotto. Allora il cliché buonista si capovolgerebbe e l’Occidente userebbe la sua immensa forza militare per risolvere il problema. Forse è un evento simile, ciò che si sta aspettando, per poter agire in modo risolutivo. Ma – guardatevi intorno e siate realisti – è l’espansionismo islamico il fattore cardine nel mondo di oggi?
dal blog di Marco Della Luna
Articolo magistrale ed estremamente interessante;aggiungo solo che La UE ha finalmente individuato la causa di tutti i mali nelle armi categoria B7(armi LEGALMENTE detenute e perciò registrate)in quanto RASSOMIGLIANTI(SIC!)alle armi da guerra vere e proprie e ha quindi avanzato la folle proposta di sequestrarle ai legittimi possessori;come se un terrorista e\o un criminale andassero in armeria ad acquistare armi muniti di titolo legale!Più imbecilli di così…