“Abbiamo avuto una settimana un po’ impegnativa, era in corso un’offensiva mediatica, ogni giorno casualmente usciva un nome di un ministro diverso, un sottosegretario, tutto casuale, come ovvio che sia”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio e segretario del Pd, Matteo Renzi, parlando a ‘Classe democratica’ dell’inchiesta di Potenza. “Dicono che abbiamo preso i soldi dai petrolieri, addirittura dall’Eni, un bene comune. Se la settimana prossima qualcuno va in cassa integrazione e si chiudono dei contratti, lo vediamo l’effetto sull’Eni di polemiche o di tensioni“, ha dichiarato.
Poi ha aggiunto: “Renzi fa il tifo per i pm di Potenza, ma io voglio vedere dove vanno a finire le indagini”. “Ai magistrati – ha continuato – diciamo siamo dalla vostra parte, però le sentenze si fanno nei tribunali. Non si arrestano le opere pubbliche e private, si arrestano i ladri“. “Siamo fieri e orgogliosi di lavorare con i magistrati – ha aggiunto – ciascuno nel proprio campo”. “Se fai un’indagine nel 2001, una nel 2004 e una nel 2008, due delle tre vengono prescritte, vuol dire che nel procedimento qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto. Ci sono magistrati che in altre Procure fanno velocissimo”, ha sottolineato ancora Renzi, chiedendo “un gigantesco applauso” per i magistrati di Marsala, “dove i tempi dei processi sono i più rapidi in assoluto, credo insieme a Torino”.
“Vogliamo dire ai magistrati che avete tutto il nostro sostegno, tutto il nostro supporto, siamo dalla vostra parte, però le sentenze si fanno nei tribunali, quelli da condannare si trovano nei tribunali, non è un giornale che pesca in un anno e mezzo di intercettazioni la frase più a effetto“. “Se c’è qualcuno che ruba, se si va a sentenza quello che ruba va in carcere -ha ribadito il premier- Se si perde tempo, quello che ruba la fa franca.
Io sogno un Paese in cui chi ruba va finalmente in carcere e in cui le opere pubbliche e private non vengono fermate, non si arrestano le opere pubbliche, si bloccano i ladri. Renzi sprona, incoraggia i pm di Potenza, Renzi fa il tifo per i pm di Potenza, ma voglio vedere dove vanno a finire le indagini”. “Se vi tengo il telefono sotto controllo per un anno voglio vedere cosa dite dei vostri colleghi, dei vostri compagni all’università o del prof, perché il modo con il quale si parla al telefono è profondamente diverso”, ha sottolineato il presidente del Consiglio. Le sentenze si fanno nei tribunali, ha ripetuto il premier a più riprese, “non è un giornale che pesca in un anno e mezzo di intercettazioni la frase più a effetto, spesso con dinamiche familiari o personali, certo molto spesso con un linguaggio gergale, talvolta un po’ volgare”. (AdnKronos)