ROMA, 1 APR – Se non fosse stato per il sistema supplementare di erogazione elettrica automatico in parallelo, Roma sarebbe rimasta oggi senz’acqua potabile a causa del furto di 52 matasse di rame, per un peso totale di 3240 chili (oltre due chilometri di lunghezza ed un valore di 50 mila euro) utilizzate per collegare 11 tralicci elettrici. Del furto sono accusati 4 albanesi arrestati la scorsa notte dai carabinieri del Nucleo Radiomobile dopo un rocambolesco inseguimento, con tentativo di speronamento di due autopattuglie.
I quattro, accusati di rapina dal pm Paolo Auriemma, sono comparsi oggi in tribunale per il rito direttissimo. I giudici dell’VIII sezione del tribunale, dopo aver convalidato il loro fermo ed emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ha concesso al difensore degli indagati i termini a difesa e rinviato il processo all’11 aprile prossimo. Il furto è avvenuto nell’impianto “Acqua Vergine” di via Collatina, area di proprietà dell’Unità patrimonio e sorveglianza della “Acea Ato spa”. (ANSA)
Tutti questi Gregari …all”abbordaggio, Nella ipotesi gli và male – hanno pagato vitto alloggio . e l’avv d’ufficio (a carico dei cohlioni. cioè tutti noi) con il rinvio ecc… altro incentivo per l’avvocato.!-
il “canestro” mi convince sempre più della “medicina” : Manganello ed olio di ricino.! – i responsabili del territorio ? Hanno trovato la pietra “filosofica” di Calandrino.???