Mattarella in Etiopia “omaggio alla liberazione dall’Italia fascista”

 

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Roma – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto ieri una corona al Monumento della Vittoria Arat Kilo, ad Addis Abeba (Etiopia) che ricorda la liberazione dell’Etiopia dall’Italia fascista. Mattarella ha anche incontrato alcuni partigiani etiopi, appartenenti alla “resistenza contro l’occupazione italiana” durata cinque anni esatti, dal 5 maggio 1936 allo stesso giorno del 1941.

Mattarella ha lanciato un messaggio agli studenti: “La cultura è il miglior biglietto da visita di un paese. E’ per definizione un patrimonio da preservare e coltivare con molta cura ed applicazione. Anche in questo, Etiopia e Italia sono simili, poiché possono vantare entrambe una civiltà antica e multiforme che incorpora ricche tradizioni popolari e che riconosce, nella diversità, un patrimonio prezioso. In questa visione, voi, cari studenti, rappresentate una testimonianza, forse la più efficace, la più straordinaria, di quanto vivi siano i rapporti tra Italia e Etiopia”.

(askanews)

Rinfreschiamo la memoria a Mattarella

Nei soli 5 anni di occupazione italiana furono costruite tutta una serie di grandi opere:

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– la ferrovia Assab-Addis Abeba (lunga 900 km) che collegava anche le località di Dessié, Tendahò e Ancòber;

– una rete stradale, massicciata e bitumata come le autostrade, lunga 10.794 km con ponti, viadotti e stazioni di servizio (prima c’erano solo “piste” e “carovaniere”);

– una rete di piste camionabili per raggiungere le zone desertiche dell’interno (i relativi cantieri furono spesso attaccati da bande di indigeni equipaggiate dagli Inglesi che controllavano le colonie confinanti);

– urbanizzazione di buona parte della capitale Addis Abeba ma anche dei centri regionali di Gondar, Harar e Gimma, con la costruzione di ospedali, lebbrosari, ambulatori medici, alberghi, chiese e moschee, uffici postali, officine e laboratori artigiani;

– costruzione di acquedotti e di canali di irrigazione per sfruttare le acque del grande fiume Auasc;

– creazione di tutta una serie di Compagnie per lo sviluppo economico dell’Etiopia: quella del cotone, delle fibre tessili vegetali, dei semi e frutti oleosi, del latte e derivati, della lavorazione delle carni, degli allevamenti zootecnici, delle pelli gregge e poi, cementiere, minerarie, del legno, elettriche, dei trasporti, dei laterizi, della birra, degl’impianti telegrafici, degli esplosivi e della flora etiopica.

In quei 5 anni di occupazione la popolazione italiana, prima di poche centinaia di persone, arrivò ad oltre cinquemila, concentrati soprattutto ad Addis Abeba; e quella ch’era la povera Abissinia divenne la regione più fiorente e progredita del continente, subito dopo il ricco Sudafrica.

Con la Seconda guerra mondiale tutto fu bloccato e, nel 1941, alla caduta dell’Impero, l’Etiopia passò sotto l’occupazione inglese e iniziarono le persecuzioni per la popolazione italiana.

L’Etiopia odierna, dopo i lunghi anni di guerre territoriali contro la Somalia, una carestia negli anni 1984-85 che è costata oltre un milione di morti e le guerre civili tra le opposte fazioni tribali e religiose, è tornata ad essere una delle regioni più povere dell’Africa, con uno degli indici di “speranza di vita” tra i più bassi del mondo.

La Vedetta, anno 19° n. 108 – Giugno 2014

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