Un sessualità confusa, disturbata e vissuta in maniera problematica “può incidere in maniera enorme, portare frustrazione e insoddisfazione, aumentando il carico di aggressività che può essere scaricato su altri soggetti anche con violenza improvvisa. In questi casi ci troviamo di fronte ad un disturbo grave dell’identità di genere unito a una omosessualità egodistonica, elementi che incidono sull’equilibrio psicopatologico e possono portare l’individuo a un tentativo di ‘automedicazione’ con sostanze psicoattive come la cocaina”.
E’ il commento di Massimo Di Giannantonio, psichiatra dell’università di Chieti, sull’omicidio di Luca Varani a Roma e su quanto affermato da uno dei due ragazzi coinvolti, Marc Prato, che in alcuni messaggi prima di tentare il suicido avrebbe scritto di voler diventare donna.
“In questi soggetti l’uso di alcol, superalcolici e droghe – aggiunge lo psichiatra all’Adnkronos Salute – altera profondamente la realtà. Ma attenzione, per quanto riguarda la giurisprudenza psichiatrica forense si deve ricordare che l’utilizzo di sostanze psicoattive per scopo criminale addirittura si può trasformare in un’aggravante specifica“.
Secondo l’esperto nel caso dei due ragazzi coinvolti nell’omicidio di Luca Varani per appellarsi all’infermità mentale “occorre verificare due questioni molto importanti – spiega Di Giannantonio – una è il grado di tossicodipendenza dei soggetti, se sono consumatori abituali, o se hanno preso farmaci prescritti da specialisti. L’altra è se l’accoppiamento alcol-droghe era saltuario. Per farlo – conclude – occorrono analisi accurate per scoprire la quantità di sostanze psicoattive in circolo nell’organismo durante la violenza”. ADNKRONOS
Ora ascoltate invece l’irresponsabile commento di BARTOLUCCI PROIETTI: “SCONVOLTO che SIA ETICHETTATO COME DELITTO GAY”