Caso Lusi, Rutelli amareggiato: “siamo stati fregati”

3 feb. – “Le discussioni piu’ ripetute con Lusi le ho avute quando lui si rifiutava di pagare un pony per una consegna o litigavo con deputati cui lui negava il rimborso dell’albergo. Era un rompiscatole”. Francesco Rutelli racconta il suo rapporto con Lusi e conferma la voglia di andare a fondo della vicenda, cui guarda con amarezza. “Mi si dice ‘come fai a non vedere’? Il fatto e’ – spiega a Otto e mezzo – che c’e’ una cultura di partiti in cui il capo del partito e’ anche quello che ha la cassa, mentre la mia e’ una cultura fatta di passione e cosi’ quando hai instaurato tre livelli di controllo e succedono queste cose e’ evidente che sei stato fregato, che siamo stati ingannati”.

Rutelli, presidente della Margherita, liquida le consulenze come “evidentemente false e poi inserite in bilancio”. “Mi fidavo”, dice ancora per osservare che “e’ un furto, e’ evidente”. Quell’onesta personale e politica, sua e della Margherita, cui piu’ volte Rutelli si richiama dagli studi de La7 e’ “il motivo per cui posso guardare in faccia le persone per strada”, quelli che “hanno dato il loro voto popolare, in nove milioni, alla Margherita”. Di Lusi, Rutelli ripercorre il cursus, quando “era direttore generale dgli scout, gli ho chiesto di occuparsi di un sacco di rogne, a cominciare dai nomadi, poi tesoriere del Comitato Rutelli contro Berlusconi nel 2001”.

Tutte questioni e “soldi gestiti molto bene”. “Gli avrei affidato 100mila euro per una donazione benefica”, dice ancora. “Non abbiamo creato debiti, ne’ fatto speculazioni o acquistato immobili. Un collega ha parlato di Jeckyll e Hyde… Io dico, come e’ possibile che da una storia di successo si sia passati in 4 o 5 anni, lo accertera’ la societa’ di revisione di conti cui ci siamo affidati, siano stati nascosti movimenti per alcuni milioni di euro. Ci sono stati revisori, un comitato di tesoreria, un’assemblea e poi il controllo della Camera. Tutti controlli elusi. Drammatico. Devo ringraziare il quinto controllo, la magistratura che – afferma Rutelli – e’ arrivato a bersaglio”. “Ho chiamato Lusi e gli ho detto subito di andare in Procura. Lui disse ‘non penso sia nulla, e’ un fatto per una controversia su immobili’. Ma noi non avevamo immobili. Il giallo di cui ho visto scrivere – dice a Padellaro in studio a Otto e mezzo – e’ stato risolto in una notte, quando gli ho detto di andare subito in procura e li’ ha firmato il verbale in cui si assume le responsabilita’”.

E, a proposito di rispetto delle regole, “non e’ bello trovarsi con ricostruzioni piene di fregnacce quando uno rispetta il riserbo richiesto dalla magistratura”. “La mia onesta personale e’ la ragione della mia vita e io mi battero’ per questo”. Lo dice Francesco Rutelli a ‘Otto e mezzo’ definendo il caso Lusi una vicenda “orribile che colpisce e ferisce in modo drammatico, noi e i 9 milioni di elettori della Margherita” che sono giustamente “avvelenati”.

Rutelli si descrive anzi come “politico tracciabile”, ricorda di pubblicare online trimestralmente il suo estratto, e ne da anzi una copia a Lilli Gruber. “Non ho case all’estero e vivo nella casa costruita da mio padre. Come fanno gli altri che hanno cominciato a fare politica con me – domanda – ad avere case anche all’estero? Io me lo domando”. Rutelli , rivolgendosi a Antonio Padellaro in studio con lui, si dice anche disponibile a un incontro con il Fatto per quella legge sulla disciplina delle finanze dei partiti caldeggiata dal quotidiano. agi