Maddaloni, l’arresto della sindaca e della compagna Cecilia D’Anna

 

I carabinieri di Maddaloni (Caserta) hanno arrestato cinque persone accusate a vario titolo di corruzione, tentata induzione indebita a dare e promettere qualcosa e peculato in concorso. Tra queste il sindaco del comune di Maddaloni, Rosa De Lucia, eletta in una lista civica di centrodestra, altri amministratori (un assessore e due consiglieri) e un imprenditore. Effettuato il sequestro preventivo per circa un milione di euro.

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Agli arresti sono finiti l’assessore Cecilia D’anna, compagna della sindaca, il consigliere comunale Giuseppina Pascarella e l’imprenditore Giuseppe Di Nardo, attivo nei servizi ecologici. In due sono finiti in carcere, tre agli arresti domiciliari. Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari sono state notificate informazioni di garanzia, per il reato di corruzione, a un consigliere di maggioranza e, per peculato, nei confronti del comandante della locale polizia municipale.

Tangenti sulla raccolta rifiuti – La principale accusa contestata al sindaco è quella di tangenti per affidare il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani. Si è appreso che il sindaco in passato aveva subito minacce da lavoratori e riceveva una sorveglianza più stretta, ma nessuna scorta, da parte delle forze dell’ordine.

In particolare, a febbraio 2015 una telefonata arrivata al commissariato di Maddaloni avvertiva che “stasera per il sindaco fa caldo”: subito era scattato l’allarme in quanto De Lucia già tempo prima era stata minacciata, anche personalmente, da alcuni lavoratori: uno di loro, ex dipendente di una ditta che in passato aveva gestito alcune attività al cimitero comunale, la minacciò di morte aggredendola negli uffici del municipio.

“Diecimila euro al mese per due anni” – Secondo l’accusa, per almeno due anni il sindaco di Maddaloni avrebbe intascato 10mila euro mensili dall’imprenditore dei rifiuti Alberto Di Nardi, cui avrebbe garantito proroghe trimestrali alla sua azienda che effettuava il servizio di raccolta rifiuti. Ma anche somme singole per viaggi all’estero e per arredare casa. “Una corruzione sistemica – ha commentato il procuratore aggiunto Carlo Fucci – che ricorda la tangentopoli casertana del 1992”. “Di Nardi – scrive il Gip Sergio Enea – era un Bancomat per la De Lucia”.

Scrive Gianluigi Guarino su Casertace.net

Correva l’anno 2014 e Casertace gigioneggiava sulle vacanze da un mese e mezzo organizzate dalla sindaca De Lucia, in compagnia della sua assessora Cecilia D’Anna. vi ricordate, gli anatemi del sottoscritto sulla città che affondava, sul cimitero che a Ferragosto era peggio di un cesso, come dimostrava il videoservizio di Caserta, mentre le due se ne “stavano con le pacche nell’acqua” in Spagna? Noi abbiamo sempre saputo, ma per pudore e rispetto non l’abbiamo mai scritto, sbagliando però, che la De Lucia e la D’Anna, avevano, per carità, da un punto di vista umano e dei diritti, legittimamente deciso di vivere in maniera comune il proprio amore e la propria rispettabilissima sessualità.

Quando sono andate in Spagna hanno costruito qualcosa di loro anche dal punto di vista giuridico. Applausi e auguri sinceri. Abbiamo sbagliato, però, perchè abbiamo avallato, non andando al di la dell’allusione, un vergognoso caso di incompatibilità, che ha creato per anni una discriminazione all’incontrario. Perchè non si capisce per quale motivo una coppia di fidanzati o di sposati eterosessuali diventa oggetto di pesante attacco politico qualora uno dei due fa il sindaco e l’altro o l’altra fa l’assessore, profilandosi anche un caso di incompatibilità, per l’appunto, e questo non debba valere per una coppia omosessuale lesbica.

Ecco perchè noi ci incazzavamo. Non certo perchè volevamo guardare dal buco della serratura nella camera da letto della de Lucia e della D’Anna, che hanno il pieno diritto, che noi difenderemo fino alla morte, di stare insieme e di sanzionare a testa alta giuridicamente la loro unione.

Ma queste due ci marciavano perchè il non ufficializzare la loro unione non era frutto di una difficoltà etico-sociale, ma proprio della volontà di continuare a tenere in piedi questo doppio incarico.

Quindi si capisce per quale motivo la consigliera Dora Caturano abbia, come abbiamo più volte denunciato, proposto il suo papà ad assessore alle finanze. Un vero e proprio schifo. E badate bene, la minoranza di Maddaloni, fatta da persone ipocrite e incapaci, tendenzialmente complici a questo modo di essere e di pensare, è ancor più colpevole degli attori principali di queste vicende perchè sapendo che un domani avrebbe potuto sostituire la De Lucia, la D’Anna e compagnia, senza essere migliori di questi qua, ha taciuto volontariamente e corrivamente.