Maternità surrogata o utero in affitto, fuorilegge in Italia, ma al di là dei confini nazionali è una pratica molto diffusa e soprattutto molto costosa: dai 20mila in India fino a più di 100mila euro negli Usa. In tutto ci sono circa 39 centri in 21 Paesi diversi che praticano la maternità surrogata: negli Usa una coppia può arrivare a spendere tra i 100mila e i 150mila dollari per avere un figlio, di cui dai 14mila ai 18mila vanno alla madre surrogata. In India e Ucraina i prezzi scendono: 30mila-40mila dollari (di cui appena 800-2.500 alla surrogata) a New Delhi; 30mila-45mila dollari a Kiev, dove la surrogata riceverà 10mila-15mila dollari.
La differenza sostanziale, oltre che di prezzo, per la scelta dei Paesi è anche a livello giuridico: chi si affida a Canada e Stati Uniti, rientrando in Italia, dove l’utero in affitto è vietato dalla legge 40 del 2004, non ha problemi penali perché i neonati hanno cittadinanza e passaporto americani o canadesi e dunque non ci sono difficoltà per la trascrizione dei certificati di nascita. Chi invece sceglie Russia e Ucraina deve fare i conti con il fatto che i bambini non hanno nessuna cittadinanza e per uscire dal territorio hanno quindi bisogno di una autorizzazione da parte del consolato. E’ qui che scattano gli eventuali accertamenti in caso di sospetto da parte della procura che si tratti di utero in affitto, segnalazione che per le coppie, tornate in Italia, può significare l’inizio di un procedimento penale per “alterazione di stato di nascita”, reato punibile con la reclusione dai 3 ai 10 anni.
Nel 2010 in California sono nati circa 1.400 bambini, la metà dei quali su richiesta di coppie straniere. In India operano oltre 3mila cliniche, per un business che supera i 400milioni di dollari l’anno e che porta a termine almeno 1.500 casi di surrogazioni l’anno, un terzo dei quali per conto di stranieri. In Ucraina nel 2011 sarebbero state portate a termine con successo 120 gravidanze, ma il numero reale potrebbe essere molto più alto. Metà degli accordi coinvolge coppie straniere. Molte le coppie italiane che decidono di andare all’estero. L’Osservatorio sul turismo procreativo ha rilevato che nel 2011 circa 4mila coppie italiane hanno deciso di andare all’estero per un trattamento di procreazione assistita, in media 2mila coppie ogni anno ricorrono all’eterologa. (La Presse)