Bergoglio conosce il Capitale di Marx e il manuale del sindacalista meglio della Bibbia

 

In duemila anni di storia della chiesa, non si ha notizia di papi particolarmente spiritosi. Sino al 2013, nessun vicario di Cristo si era permesso voli pindarici fuori del “protocollo”. Poi arrivò papa Francesco, e la musica cambiò.

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Per dare spazio alle tematiche sociali, relazionali, lavorative, ecologiche, ecumeniche, pacifiste ed ireniste, la teologia venne messa in soffitta e dal fatidico 13 marzo 2013, dopo l’inedito e stupefacente “inginocchiamento” ai fedeli anzichè a Dio, Bergoglio non smise più di “stupire”. Le ultime “spiritosaggini” in ordine di tempo, come da prassi d’alta quota, sono andate in scena durante il volo di ritorno dal Messico. Alla domanda su cosa ne pensasse delle adozioni, delle unioni civili, e sui diritti dei bambini, papa Francesco ha risposto” Prima di tutto, io non so come stanno le cose nel Parlamento italiano. Il Papa non si immischia nella politica italiana. Perché il Papa è per tutti, e non può mettersi nella politica concreta, interna di un Paese: questo non è il ruolo del Papa”.

Concetto di non “immischiamento” successivamente ribadito in una seconda risposta ai vaticanisti inerente Donand Trump “Una persona che pensa di fare i muri, chiunque sia, e non fare ponti, non è cristiano. Questo non è nel Vangelo”. La ciliegina sulla torta è arrivata con la domanda:” I cattolici americani possono votare Donald Trump?”. “Non mi immischio: solo dico, questo uomo non è cristiano, se dice queste cose!”.

Tra pochi giorni il papa che conosce meglio il Capitale di Marx e i testi del manuale del sindacalista, della Bibbia, riceverà il premio Carlo Magno. Vista la spiccata propensione alle “spiritosaggine” seriale, non sarebbe il caso di alleggerire lo “spiritosone” Bergoglio dell'”onere” Carlo Magno, conferendogli un premio ispirato al personaggio meglio riuscito del Collodi?

Gianni Toffali