Anche i 5 stelle prendono posizione sulle vicende che hanno determinato lo sciopero della fame di Gianni Tonelli.
L’interpellanza parlamentare a prova scritta è stata presentata Mercoledì 10 febbraio 2016 – seduta n. 566 – dal Vice Presidente Luigi DI MAIO.
Interrogazione a risposta scritta 4-12030
presentato da
testo di
LUIGI DI MAIO. — Al Ministro dell’interno . — Per sapere – premesso che:
durante un servizio andato in onda su La7 il 26 novembre 2015 nel corso della trasmissione televisiva « Piazza Pulita», un poliziotto ha denunciato in via anonima che i giubbetti ed i caschi in dotazione alla polizia sono inadatti, soprattutto se devono essere utilizzati per difendere dalle armi usate dai terroristi islamici. Nel corso del servizio televisivo in oggetto, andato in onda con le cautele necessarie ad impedire l’identificazione del denunciante, è stata dimostrata mediante prove balistiche la fragilità e la parziale inefficienza di questi giubbotti, molti dei quali scaduti nel 2015, soprattutto se dovessero essere usati per proteggere contro armi «lunghe»;
successivamente, la procura di Roma, per risalire all’identità del poliziotto che aveva rilasciato tali dichiarazioni, ha disposto il sequestro del filmato integrale dell’intervista privo degli accorgimenti utilizzati per coprire l’identità del poliziotto;
occorre segnalare che l’ordine di sequestro è stato rivolto all’emittente La7, che non può rifiutarsi dal consegnare quanto in suo possesso, piuttosto che al giornalista, il quale potrebbe avvalersi del segreto professionale per difendere l’identità del suo informatore, così come previsto dalla legge;
si tratta di un comportamento – così come correttamente denunciato da La7 – che «mette a rischio il libero esercizio della professione giornalistica, oltre che le fonti che decidono, proprio perché tutelate dal nostro segreto, di dare informazioni che, diversamente, non giungerebbero all’opinione pubblica». Iniziative di questo tipo – prosegue la redazione – sono «sanzionate dalla Corte di Strasburgo e dichiarate illegittime dalla Corte di Cassazione, a tutela del segreto professionale, che è un diritto del giornalista». Secondo quanto segnalato al deputato interrogante hanno protestato contro tale provvedimento anche la Federazione nazionale della stampa italiana e l’Unione delle camere penali italiane; al contempo, l’ordine dei giornalisti sottolinea che il contenuto delle dichiarazioni del poliziotto, non essendo stato smentito, è da considerarsi veritiero –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto denunziato in premessa, quale sia il suo orientamento in merito e se non ritenga che i vertici della polizia di Stato debbano impegnarsi a migliorare la strumentazione a disposizione degli agenti più che a perseguire gli agenti che denunciano la precarietà dei mezzi a loro disposizione;
se il Ministro interrogato non ritenga di assumere iniziative al fine di promuovere una modifica della normativa finalizzata ad assicurare che la segretezza delle fonti giornalistiche sia effettiva e non possa venire aggirata come avvenuto nelle vicende illustrate in premessa. (4-12030)