È un mezzo caso diplomatico quello sollevato da Mosca, convinta che le autorità tedesche abbiano fatto tutto il possibile per nascondere lo stupro di una 13enne, sequestrata in una stazione della metropolitana e violentata.
“Chiudere un occhio sui reati dei migranti”, scandalo travolge la polizia tedesca
Secondo i russi, Lisa, una ragazzina di origini russe, sarebbe stata rapita l’11 gennaio a Berlino Est e poi picchiata e violentata per 30 ore. Il racconto della 13enne parla di tre persone e sembra sicura che fossero di “Paesi del sud”, perché “parlavano un cattivo tedesco”. Forse turchi.
Martedì la questione ha assunto ben altri termini, quando a parlare della vicenda è stato il ministro degli Esteri russo, Sergiei Lavrov, che ha apertamente sfidato la ricostruzione fatta finora dalla polizia (che ha l’ordine di non calcare la mano sui crimini dei cosidetti “migranti”), sostenendo di non credere che la 13enne sia “sparita per 30 ore volontariamente”.
Secondo i tedeschi ci sarebbero indicazioni che farebbero pensare a un “contatto sessuale consensuale”.
Netta la risposta del cancelliere Angela Merkel, Steffen Seibert, il quale ha detto ieri che “è inaccettabile che questo incidente sia sfruttato politicamente”, chiedendo ai russi di non entrare in una questione interna di un altro Paese e lasciare che la giustizia faccia il suo corso.