“Io in Italia faccio quello che voglio, sono dieci anni che sono in Italia, mi avete arrestato un sacco di volte ma dopo un giorno sono fuori. Io sto bene in Italia, non pago le tasse e non le pagherò mai, pago i migliori avvocati e i giudici mi mettono fuori“.
Ha le idee chiare F.W., 29enne tunisino vecchia conoscenza delle forze dell’ordine. Se ha ragione lo si vedrà, quando il suo compare comparirà davanti al giudice che dovrà decidere quale pena assegnarli. Entrambi devono rispondere di lesioni, minacce e resistenza a pubblico ufficiale. Solo che A.S., 23enne, ha superato il limite e per lui sono scattate le manette.
I due sono accusati di avere picchiato e rapinato un giovane di origini moldave mentre quest’ultimo si trovava in un bar a conduzione cinese a due passi dalla stazione ferroviaria di Mestre, all’altezza dell’hotel Trieste. A un certo punto, verso le 21.30 di martedì, per qualche motivo gli animi si surriscaldano e il 22enne finisce nel mirino di altri due avventori di origini nordafricane. “Fammi vedere cos’hai nello zaino”, gli intima uno della coppia. La discussione prosegue all’esterno, dove arriva anche l’altro compare. Sono calci e pugni, ed è soprattutto grazie a un passante se lo sventurato riesce a scappare. Lo zaino, però, lo tengono i suoi rivali.
E’ lo stesso rapinato a chiedere aiuto agli uffici della polfer. Ha il volto tumefatto, con ferite alle mani e alle ginocchia: “Erano scappati, ma ora sono dentro al bar. Hanno il mio zaino”, spiega. In pochi minuti intervengono le volanti della polizia, che entrano nel locale a conduzione cinese e si avvicinano ai due sospetti: si tratta di F.W. (quello del “Io in Italia faccio quello che voglio”) nato in Tunisia nel 1986, residente a Mestre, e A.F., nato nel 1992 in Tunisia, residente a Padova. Quest’ultimo ha perso il controllo, andando in mezzo alla strada facendo finta di urinare in segno di sfida. Poi si è avventato contro gli agenti, spintonandoli, dopodiché ha picchiato più volte la testa contro un pannello in legno. Ferendosi. Una furia.
Sul posto intanto arrivano i rinforzi: testimoni hanno segnalato almeno una gazzela dei carabinieri, oltre che altre volanti della polizia e la polfer. I violenti, sono stati accompagnati negli uffici della polfer, dove, al termine degli accertamenti, sono scattate le manette per il 23enne “esagitato”: l’arresto è per resistenza, violenza e minacce a pubblico ufficiale. E’ stato denunciato, al pari del complice, per rapina aggravata e lesioni in concorso. Gli agenti feriti hanno riportato una contusione alla spalla destra (prognosi cinque giorni) e l’altro contusioni multiple da aggressione (prognosi tre giorni). Il giovane tunisino, prima di essere portato nella camera di sicurezza, ha consegnato oltre mille euro in contanti. Una somma sospetta, visto che ufficialmente sarebbe nullafacente.
Ma vi rendete conto a che punto siamo arrivati?? e noi continuamo a dagli da mangiare!!!!!
In 24 ore sarà di nuovo libero a fare-come dice lui-quello che vuole;l’Italia(ma anche gran parte dell’UE)è ormai un paradiso per criminali,delinquenti,banditi,spacciatori e malviventi di ogni risma e razza;l’unico microscopico dettaglio è che l’Italia(e gran parte dell’UE)è diventata un vero inferno per i cittadini perbene e rispettosi delle leggi;ma l’unica vera legge imperante però è ormai quella del più forte!