L’Iraq “è a un bivio”, il 2016 “può essere l’anno della svolta” che si concretizzerà quando partirà “la madre di tutte le battaglie, quella per la riconquista di Mosul”, ma in un Paese che ospita quasi 250mila rifugiati siriani ed ha 1,5 milioni di profughi interni, prima di quel momento “le cose in Iraq possono solo peggiorare”: è l’allarme lanciato da Bruno Geddo, rappresentante dell’Unhcr che in Iraq assiste circa 250mila rifugiati siriani e 3,2 milioni di sfollati interni.
Ci sarà bisogno di “un massiccio intervento umanitario” perché, spiega Geddo, “dopo l’emergenza di Ramadi, ce n’è una più importante a Falluja, dove ci sono ancora tra 50 e 200 mila civili intrappolati in città, ma soprattutto l’emergenza sarà a Mosul dove c’è oltre un milione di civili”.
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