Nelle scorse settimane gli uomini della Guardia di Finanza di Modena hanno individuato un laboratorio tessile irregolare, gestito da un pregiudicato di cittadinanza cinese ed operativo specialmente in orari notturni. Per poter accedere nel capannone, che era stato attrezzato con locali dormitorio con materiali di recupero, i finanzieri hanno dovuto aggirare l’ingresso principale, passando attraverso la campagna, e bloccare gli accessi secondari.
L’imprenditore, infatti, si era dotato di un sofisticato sistema di videosorveglianza ed aveva predisposto apposite vie di fuga attraverso i campi. Lo stabilimento di produzione era apparso sin da subito sospetto ai militari, poiché si presentava assolutamente privo di insegne ed aveva le finestre completamente oscurate, per mascherare l’operatività della struttura. Le Fiamme Gialle, invece, appostate nelle vicinanze sin dalle prime ore dell’alba, avevano notato che diverse persone, tutte di origine cinese, si aggiravano nei pressi dello stabilimento.
Una volta entrati nei locali del laboratorio di confezioni per signora, collocati nel centro abitato di Bastiglia, le Fiamme Gialle, insieme agli Ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro di Modena, hanno identificato complessivamente 13 lavoratori, dei quali 9 sono risultati essere impiegati completamente in nero. L’attività produttiva è stata sospesa, in attesa del pagamento della sanzione che si aggirerà intorno ai 25mila euro.
All’esito delle indagini, la cui direzione è stata assunta dal PM Pasquale Mazzei, è scattata nei confronti dell’imprenditore di origine asiatica la denuncia per sfruttamento dell’immigrazione clandestina. Quattro dei soggetti identificati sono infatti risultati impiegati al lavoro sebbene del tutto sprovvisti di permesso di soggiorno.