Tornano le Marocchinate: sono gli effetti collaterali dell’immigrazione! Sono arrivate a 519 le denunce per molestie in Germania. Almeno 200 di queste sono sessuali.
Durante la Seconda guerra mondiale, come in tutte le altre guerre, si sono consumate efferate e gratuite violenze ai danni delle donne. Ma niente può eguagliare l’orrore della vicenda delle “marocchinate”, le donne ciociare violentate nel 1944 dal contingente marocchino dell’esercito francese.
Erano chiamati “effetti collaterali della guerra”; oggi quegli stupri non sono solo un crimine contro l’umanità che ritornano in mente ma sono tangibili e impunibili sotto i nostri occhi.
Di fronte a queste abominevoli fatti bisogna intraprendere da subito una energica azione di divulgazione di quel fenomeno che furono le Marocchinate o Goumiers che nell’accezione francese, è il termine usato per indicare lo stupro di massa attuato proprio dai Goumiers francesi in buona parte del territorio nazionale e in particolare nel Lazio, in Ciociaria e nella Provincia di Latina.
Questi atti violenti e comportamenti degradanti avvenuti a Colonia come in altre città europee furono perpetrati allora ai danni di molte persone di ambo i sessi e di tutte le età, dopo la battaglia di Monte Cassino nel Maggio del 1944. E’ necessario quindi una divulgazione di questi gravi fatti in particolare presso le giovani generazioni, dei valori della democrazia, della libertà e della vera ricerca storica in modo da dare vita ad appropriate iniziative culturali, politiche, sociali e soprattutto giuridiche come quelle di espellere gli immigrati regolari o clandestini che siano che si macchiano di qualsiasi reati.
Siccome ricordare è un dovere – spiega Armando Manocchia – ecco una testimonianza dell’epoca: “I soldati marocchini che avevano bussato alla porta e che non venne aperta, abbattuta la porta stessa colpivano la Rocca con il calcio del moschetto alla testa facendola cadere a terra priva di sensi, quindi veniva trasportata di peso a circa 30 metri dalla casa e violentata mentre il padre (…) da altri militari veniva trascinato, malmenato e legato a un albero. Gli astanti terrorizzati non potettero arrecare nessun aiuto alla ragazza e al genitore in quanto un soldato rimase di guardia con il moschetto puntato sugli stessi…”
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