Tredici ordinanze di custodia cautelare, 5 delel quali in carcere e 8 agli arresti domiciliari, sono state emesse dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale sassarese nei confronti di altrettante persone di etnia rom residenti ritenuti responsabili dell’emissione in atmosfera di olezzi prodotti da fumo proveniente dal campo nomadi di Sassari Piandanna, che aveva reso insalubre l’aria anche all’interno del vicino ospedale tattarese ed in particolare nei reparti di neonatologia e di terapia intensiva, generando pericolo soprattutto per i neonati ricoverati per gravi patologie respiratorie, come segnalato dalla competente ASL.
Le ordinanze sono state eseguite stamattina dal nucleo operativo ecologico carabinieri di Sassari, di Cagliari, dal comando provinciale carabinieri di Sassari e dallo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna –
L’indagine, condotta dall’aprile a settembre 2015, ha permesso di disarticolare un sodalizio criminale di etnia rom dedito alla gestione di una discarica non autorizzata, alla combustione illecita di rifiuti, nonché al getto pericoloso di cose ed alla ricettazione, i cui componenti ricoprivano ognuno un ruolo, dall’innesco delle fiamme, alla gestione delle operazioni, all’occultamento delle tracce dei roghi con spargimento di terra ovvero alle attività di vedetta con il compito di avvisare dell’arrivo delle Forze di polizia o dei Vigili del fuoco.
Gli indagati avevano depositato abusivamente all’interno del menzionato campo nomadi ingenti quantitativi di rifiuti di varia tipologia (carta, cartone, cavi di gomma e plastica, indumenti, mobilio in disuso, rame, ecc..), che smaltivano mediante bruciatura anche al fine di estrarre il rame dai cavi elettrici risultati essere provento di furto, provocando con tale condotta non episodica pericolo concreto ed attuale per l’inquinamento del suolo e dell’aria in relazione alla persistente emissione di fumi tossici in luogo pubblico, contenenti diossina.
Nel corso dell’inchiesta sono state effettuate oltre 80 acquisizioni video, dalle quali è stato possibile sia risalire ai responsabili dei reati contestati, tutti identificati e riconosciuti nel corso dei diversi accessi che i militari operanti hanno effettuato all’interno del menzionato campo nomadi, sia addebitare agli indagati almeno 95 roghi (40 nelle ore notturne) in soli 65 giorni.
Nello stesso contesto, l’area adibita a discarica – pari a circa 1000 m² e del valore complessivo di euro 10.000 circa – sarà sottoposta a sequestro. Gli arrestati sono stati portati, al termine delle formalità di rito, presso la casa circondariale di Sassari o le rispettive abitazioni. ASKANEWS
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