Dal conosciutissimo sito americano Zero Hedge, salta fuori che gli americani, infine costretti dall’intervento dei russi a fare quel che sarebbe stato più logico sin dall’inizio, e cioè colpire il commercio del petrolio che sostiene l’ISIS, hanno lanciato dei volantini per avvisare degli imminenti bombardamenti. Ne parla in conferenza stampa un generale, arrampicandosi sugli specchi per accampare delle giustificazioni. Per Zero Hedge il motivo è evidente: “è il minimo che la CIA possa fare per un vecchio amico”… VOCI DALL’ESTERO
Zero Hedge, 23 Novembre 2015
La scorsa settimana, a seguito degli attacchi aerei russi e statunitensi sui convogli dei camion di petrolio dell’ ISIS, abbiamo posto tre domande importanti:
1. Chi sono le ditte che commerciano in materie prime che hanno così generosamente comprato milioni di barili di petrolio di contrabbando messi sul mercato dallo Stato islamico a prezzi di sconto, e poi li hanno rivenduti ad altre parti interessate? In altre parole, chi sono gli intermediari?
2. Può essere vero, come sostengono ora i funzionari, che l’amministrazione Obama si è astenuta dal bombardare i camion di petrolio dello Stato islamico perché Washington pensava che il gruppo stava “solo” facendo $ 100 milioni di dollari l’anno invece di $ 400 milioni?
3. È probabile, considerando come gli Stati Uniti non si siano mai preoccupati dei danni collaterali provocati dagli attacchi dei droni, che il Pentagono si sia rifiutato di far fuori il flusso di entrate dello Stato islamico perché i militari avevano paura di uccidere alcuni camionisti “innocenti” che, per definizione, si sapeva che stavano trasportando del greggio illegale per un’organizzazione terroristica?
La prima domanda per il momento rimane senza risposta. Per quanto riguarda la seconda e la terza, ecco quello che dicevamo:
Forse gli Stati Uniti sottovalutavano l’effetto dei loro attacchi aerei sulle capacità di produzione di petrolio dello Stato islamico e, forse, il Pentagono si preoccupava di uccidere dei camionisti innocenti, ma potrebbe anche essere, come ha suggerito Sergei Lavrov all’inizio di questo mese, che gli Stati Uniti finora abbiano intenzionalmente evitato di colpire l’ISIS dove fa più male, al fine di tenerli in gioco e garantire che possano essere ancora efficaci nel destabilizzare Assad. Se si interrompe il commercio del petrolio, perdono la capacità di combattere il regime.
In ogni caso, ora è troppo tardi, perché proprio come i raid aerei russi e la presenza di terra iraniana hanno costretto gli Stati Uniti a fare qualcosa – qualsiasi cosa – per dimostrare al mondo che l’America fa sul serio nella lotta al terrorismo, così gli attacchi di Mosca contro i convogli di petrolio dell’ISIS hanno costretto gli Stati Uniti a salire a bordo (i russi li stanno per colpire comunque, quindi non c’è nessun senso a esitare).
Stando a quanto riferito, gli attacchi aerei americani hanno distrutto 116 autocisterne di petrolio all’inizio di questo mese e oggi altre 280 a Deir ez-Zor, l’ex feudo della mente strategica degli attacchi di Parigi, Abdelhamid Abaaoud.
Naturalmente gli Stati Uniti detesterebbero il fatto di mettere fuori gioco l’ISIS rischiare di uccidere camionisti innocenti, quindi, prima degli attacchi del 16 novembre, aerei americani hanno lanciato dei volantini di avvertimento ai conducenti, con su scritto “scendete dai vostri camion subito, e allontanatevi di corsa.” Ecco il volantino (notare le figure stilizzate che scappano per salvarsi la vita):
Ed ecco alcuni commenti da parte del colonnello Steve Warren di Operation Inherent Resolve (durante una conferenza stampa all’inizio di questo mese):
Domenica mattina presto in Al-Bukamal, che è il cerchio blu a sud numero due, si vedono due cerchi blu là. Entrambi rappresentano operazioni Tidal Wave II, ma siamo in quello a sud – quello verso la parte inferiore dello schermo, là.
Ad Al-Bukamal, abbiamo distrutto 116 autocisterne, cosa che riteniamo possa ridurre la capacità dell’ ISIS di trasportare i suoi prodotti petroliferi rubati.
Questo è il nostro primo attacco contro le autocisterne, e per ridurre al minimo i rischi per i civili, abbiamo lanciato dei volantini prima dell‘attacco. Abbiamo fatto una dimostrazione di forza, – gli aerei sorvolavano i camion a bassa quota.
Quindi, ho una copia del volantino, e ho alcuni video, quindi perché non tiri fuori questo volantino. Fammi dare un’occhiata, così posso parlarne.
Come si può vedere, è un foglio abbastanza semplice, si dice, “scendete dai vostri camion subito, e allontanatevi di corsa.” Un messaggio molto semplice.
E poi, anche, “Attenzione: attacchi aerei in arrivo. I convogli di petrolio saranno distrutti. Allontanatevi dai vostri camion immediatamente. Non rischiate la vita…”
E così, questi sono i volantini che abbiamo lanciato – circa 45 minuti prima che gli attacchi aerei avessero effettivamente inizio.
Ed ecco uno scambio divertente, durante le domande a seguito della conferenza stampa:
D: Ancora sulla domanda già posta da Bob – se è così importante tagliare le forniture di petrolio, la più cruciale fonte di entrata per l’ISIS, perché c’è voluto così tanto tempo per far fuori 116 camion cisterna?
COL. WARREN: No, questa è una bella domanda, Jim. Grazie per avermelo chiesto.
Allora, un po’ di storia sull’operazione Tidal Wave II. Sin dall’inizio, noi, si sa, abbiamo preso di mira l’obiettivo delle infrastrutture petrolifere, fin dall’inizio di questa operazione.
Quello che abbiamo scoperto è che molti dei nostri attacchi erano solo minimamente efficaci. Avremmo colpito pezzi di infrastrutture petrolifere che sarebbero state facilmente riparate.
Quando siamo giunti a questa conclusione, ci abbiamo studiato su – mi sembra che ne ho già parlato la scorsa settimana – abbiamo effettuato degli studi per decidere come colpire meglio le infrastrutture petrolifere in sé, in diversi punti del sistema.
Nel corso dello studio, abbiamo anche determinato quella parte del sistema illecito del petrolio, dal petrolio grezzo che esce dal terreno sino alla pompa, alla fine della catena, che è la rete di distribuzione.
Quindi, questa è una decisione che dovevamo prendere. Non abbiamo colpito questi camion prima. Abbiamo valutato che questi camion, anche se vengono utilizzati per le operazioni che supportano l’ISIS, i camionisti, in se stessi, probabilmente non sono membri dell‘ISIS; sono probabilmente solo dei civili. Quindi abbiamo dovuto trovare un modo per aggirare questo problema. Non siamo in questo business per uccidere i civili, siamo in questo business per fermare l’ISIS – per sconfiggere l’ISIS.
Quindi, fondamentalmente, gli Stati Uniti ci hanno messo 13 mesi per capire che il modo migliore per paralizzare il commercio di petrolio dello Stato islamico era quello di bombardare – il petrolio.
Anche se qualcuno in precedenza ci aveva pensato, l’idea era stata respinta perché i camionisti “probabilmente non sono membri dell’ISIS.” Be‘, e allora chi sono? Certo, forse non si presentano tutti vestiti di nero mentre sparano con dei lanciarazzi alle Toyota Corolla piene di “spie” per un video di propaganda, ma non è probabile che non sappiano per chi stanno lavorando.
Inoltre, come già detto, gli Stati Uniti non si sono mai vergognati di prendere di mira dei bersagli anche quando ci sono donne, bambini e pazienti ospedalieri allettati nelle vicinanze, quindi è difficile immaginare che qualcuno al Pentagono fosse preoccupato per i camionisti del califfato.
In ogni caso, il fatto che gli Stati Uniti a quanto pare siano organizzati in modo da dare all’ISIS un preavviso di 45 minuti quando il Pentagono decide di bombardare un convoglio di petrolio, si suppone che abbia un senso.
E’ il minimo che la CIA possa fare per un vecchio amico.
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Giusto il tempo di lasciare sulla strada quelli di cartapesta in fila con i pieni di petrolio che si sfilano per evitare il bombardamento : che grandi !!!!