Un piano di aiuti per regolarizzare e dare lavoro a milioni di rifugiati siriani nei paesi ospitanti. E’ l’appello lanciato oggi alla comunità internazionale da Oxfam e altre sei agenzie umanitarie con un nuovo rapporto, diffuso in occasione del Resilience Development Forum sulla crisi siriana organizzato dalle Nazioni Unite, che si chiuderà oggi in Giordania.
Oxfam fa sapere che la maggior parte dei rifugiati che si trovano nei Paesi vicini alla Siria sono costretti a vivere in una condizione al confine tra legalità e illegalità: senza un lavoro e documenti in regola, a causa delle restrizioni imposte dai Paesi ospitanti, con la paura di essere arrestati, detenuti e deportati. In questo contesto, mentre gli aiuti umanitari continuano a diminuire, un numero crescente di profughi rischia ogni giorno di precipitare in una spirale di debiti e miseria. Circa il 70% dei profughi siriani in Libano non ha i documenti per risiedere legalmente nel Paese e quindi per lavorare. Un condizione simile investe anche 630 mila rifugiati in Giordania, con enormi difficoltà di accesso ai servizi educativi e sanitari. Per Save the Children tale situazione sta compromettendo il futuro di centinaia di migliaia di giovani siriani, la stessa generazione che dovrà ricostruire il Paese quando il conflitto sarà concluso.
Si chiede quindi ai donatori internazionali di mettere in condizione i Paesi vicini alla Siria di introdurre misure che consentano ai rifugiati di lavorare regolarmente, senza per questo correre il rischio di essere arrestati.
Le organizzazioni firmatarie dell’appello sono Oxfam, Care, Danish Refugee Council, International Rescue Committee, Norwegian Refugee Council, Save the Children, World Vision International. ANSAMED