La crescita nei paesi nei paesi arabi del Golfo (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar), che nel 2016 dovrebbe rallentare a +2,7% contro un pil di +3,2% nel 2015, non può più dipendente soltanto dai ricavi legati al petrolio e al gas. Ad affermarlo è il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde in occasione della conclusione del meeting in Qatar con i ministri delle finanze e i governatori della banche centrali dei paesi del Golfo (Gulf Cooperation Council).
Attualmente nei paesi del Golfo, sottolinea Lagarde, “una grande fetta di entrate fiscali e legate alle esportazioni provengono dal petrolio. Con i prezzi del greggio che sono fortemente diminuiti dalla metà del 2014, i ricavi dalle esportazioni di greggio nel 2015 dovrebbero essere inferiori per 275 miliardi di dollari rispetto al 2014“. Proprio per questo in molti paesi dell’area si sono deteriorati i conti pubblici.
I paesi del Gcc, sostiene Lagarde, “devono procedere ad aggiustamenti di bilancio” anche perché l’andamento attuale basso del prezzo del petrolio “dovrebbe persistere per alcuni anni”. Tutti i paesi del Gcc “hanno bisogno di avviare un risanamento dei propri conti pubblici anche se le dimensioni di questo aggiustamento o l’urgenza varia da paese a paese”.
Adnkronos