La giornalista Chiara Giannini risponde al governatore della Toscana Enrico Rossi

Alcuni giorni fa il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha fatto pubblicare un comunicato stampa con cui annuncia di aver ritirato una richiesta di risarcimento danni per un articolo nei confronti di una freelance toscana.

(Il comunicato è il seguente: “Abbiamo bisogno di un’informazione che faccia il suo lavoro con scrupolo e correttezza ed è giusto che ognuno possa tutelare la sua immagine anche di fronte a un giudice. Ma non è giusto che a pagare per eventuali responsabilità sia l’anello più debole della catena, come troppe volte accade: il cronista, spesso free-lance per pochi euro al pezzo, piuttosto che l’editore, il direttore o comunque chi, contrattualizzato e magari con qualifiche pesanti, ha fatto determinate scelte”.

rossiÈ con questa valutazione – che mette insieme un richiamo a un giornalismo professionale e deontologicamente corretto con la consapevolezza di una realtà del lavoro nelle redazioni caratterizzata da un alto livello di precariato e da compensi iniqui – che il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha deciso di ritirare l’azione per risarcimento danni nei confronti di una free-lance toscana, raccogliendo in questo senso un invito formulato dall’Associazione Stampa Toscana, in relazione alla difficile situazione economica e professionale della giornalista in questione. L’azione riguardava un articolo pubblicato sul quotidiano Libero e che riguardava i conti della Asl di Massa e Carrara.

“La decisione – sottolinea Enrico Rossi – è ovviamente a prescindere da ciò che è stato detto e scritto su quella vicenda. Ma nonostante tutto non può essere un collaboratore esterno a dover pagare per una linea editoriale o per un titolo. Credo che questa mia decisione manifesti un grande rispetto nei confronti del lavoro giornalistico e soprattutto nei confronti dei giornalisti più giovani che, malgrado le loro qualità, fanno fatica a costruirsi una dignitosa prospettiva lavorativa. E’ una realtà che conosco, perché molti di loro li vedo alle conferenze stampa. E perché anch’io, in effetti, ho cominciato il mio percorso come giornalista, in tempi peraltro in cui i collaboratori erano trattati perfino meglio. La loro realtà è un caso esemplare di come meriti e capacità professionali non trovino ancora un adeguato riconoscimento in Italia. A editori, organizzazioni professionali, istituzioni, ciascuno per la sua parte, il compito di costruire un futuro diverso”).

Si dà il caso che il comunicato stampa emesso da Rossi mi riguardi direttamente, ma che il presidente della Regione abbia omesso di indicare il reale motivo del suo gesto. Che io fossi una giornalista freelance Rossi lo sapeva da ben prima di presentare la querela, che è stata ritirata perché il presidente dell’Associazione stampa Toscana, Sandro Bennucci, gli ha fatto presente che sono affetta da un serio problema di salute (e, in aggiunta, perché sono anche freelance). Rossi si è inoltre dimenticato di dire che la richiesta di risarcimento danni ammontava a 300mila euro, una cifra così alta che nessun giornalista potrebbe essere in grado di sostenere senza difficoltà. Non esistono giornalisti di serie “A” o “B”, come fa capire il presidente, ma lavoratori con la propria dignità, che devono essere in grado di poter scrivere senza dover subire quotidianamente il ricatto delle querele da centinaia di migliaia di euro. Perché là dove finisce la libertà di informazione, finisce la libertà del cittadino di conoscere la verità. Rossi dice inoltre che la querela è stata ritirata nonostante ciò che c’era scritto nell’articolo, relativo al buco da alcune centinaia di milioni di euro della Asl di Massa.

Partendo dal fatto che il lavoro di qualsiasi giornalista è quello di verificare le notizie e le fonti e di riportare la realtà dei fatti, nell’articolo si scrivevano notizie che nei giorni precedenti erano già state ampiamente trattate anche da altri quotidiani. Non si capisce, pertanto, perché il presidente abbia avanzato richiesta di risarcimento solo nei confronti di Libero, del suo direttore e della sottoscritta. Non finirò mai di ringraziare il presidente dell’Ast Sandro Bennucci per l’impegno profuso per sollevare la mia persona da un’ingiustizia che, viste le mie condizioni di salute, avrebbe gravato ancor di più sulla qualità della mia vita e ringrazio altresì Rossi per aver fatto il gesto di ritirare la richiesta di risarcimento. Sono però molto delusa dal fatto che il presidente non abbia perso occasione per approfittare della situazione per elevarsi a “salvatore” dei poveri giornalisti indifesi, quando la realtà è semplicemente che lo stesso non è da meno di chi prima fa un’opera di bene, poi scende in piazza per vantarsene raccontando la novella che più gli fa comodo, senza neanche informare prima il destinatario del gesto. Quella che Rossi, veramente con scarsa signorilità, definisce “difficile condizione economica e professionale” della sottoscritta, non è altro che un duro lavoro quotidiano di una freelance come molti altri impegnata in aree di crisi, quali Afghanistan, Libano, Libia e altri territori mediorientali e attivamente impegnata nell’ambito della cronaca legata a Difesa ed Esteri. Che non guadagnerà quanto un giornalista ad articolo 1, ma che fa il possibile per portarsi dignitosamente il pane a casa. Visto che lui stesso dice di aver iniziato come giornalista, dovrebbe essere a conoscenza del fatto che in Toscana molti giornali, negli ultimi anni, sono chiusi. Io stessa ero a capo di una delle redazioni di un giornale che ha poi chiuso i battenti. Rossi dovrebbe sapere anche che nel suo territorio ci sono realtà in cui vige l’abusivismo professionale e lo sfruttamento dei collaboratori è un fatto quotidiano. Perché non pensa a combattere queste illegalità? Peraltro, parla tanto di libertà di parola e poi banna la sottoscritta sulla sua pagina Facebook non consentendole di replicare. Un vero gesto di democrazia. Visto che Rossi assume nomi noti nella sua seguitissima agenzia di comunicazione regionale, con contratti da capogiro, perché non si impegna, invece, per creare nuovi posti di lavoro per i numerosi giornalisti toscani che si trovano sul suo territorio e che sono senza fissa occupazione? Sono certa guadagnerebbe in notorietà ed eviterebbe quegli articoli per cui chiede risarcimenti da centinaia di migliaia di euro.

Chiara Giannini – giornalista